Alla fine del nostro percorso cognominale vogliamo entrare in un mondo che ci ha sempre affascinato fin da quando eravamo bambini e, spensierati, volavamo con la fantasia. Parliamo del mondo sportivo e, più specificatamente del calcio, dove i cognomi bizzarri e stravaganti sono più palesemente in vista, considerata la grande platea di sportivi che attraverso la radio e la televisione segue quotidianamente le gesta atletiche dei calciatori.

Ascoltando una partita di calcio alla radio o guardandola in televisione, si capisce facilmente che tale settore è pieno di cognomi che destano immediatamente interesse e curiosità. Noi cercheremo di mettere in rilievo alcuni aspetti di questo mondo calcistico attraverso i cognomi di calciatori noti e meno noti, che hanno calcato gli stadi in tempi recenti e meno recenti, indicando tra parentesi una delle società in cui hanno militato. In mezzo a campioni che giocano Da Re (Padova) troviamo sì molti Brocchi (Fiorentina), tanti Bugiardini (Ascoli), numerosi Pelati (Ospitaletto), ma anche giocatori Grassi (Atalanta) e Magri (Atalanta), Corti (Catania) e Longhi (Mantova), Minuti (Fano) e Sottili (Fano), Bianchi (Inter) e Negri (Lazio), Rossi (Juventus) e Neri (Venezia), Barbuti (Ascoli) e Canuti (Vicenza). C’è, è vero, qualche Lo Brutto (Licata), uomo Sensibile (Como) e, vergognosamente, a disagio quando arbitra il signor Lo Bello; in compenso, in campo spadroneggiano i Marchesi (Fiorentina), i Conti (Roma), i Baroni (Lecce), perfino, i Cardinali (Catanzaro), tutta gente di casato Nobile (Inter). E’ da notare, innanzitutto, che in una partita si fronteggiano due tipi di calciatore: c’è il giocatore, Scapolo (Atalanta) o Maritato (Barletta) che sia, che si dimostra Umile (Napoli), Modesto (Reggina), Gentile (Juventus), che s’impegna sempre con Gioia (Messina) e con Passione (Avellino), che non reagisce mai gratuitamente ai Torti (Giarre) subiti, che, in una parola, potremmo definire una Colomba (Bologna) che ama la Pace (Bologna); a lui si contrappone il calciatore dal carattere Maschio (Inter), Forte (Ternana), saldamente convinto che il calcio non è un gioco da Signorini (Roma), ma è adatto e cònsono solo a giocatori Prestanti (Vicenza) e Gagliardi (Casale), che in campo si comportino come veri Mastini (Alessandria). C’è grande Abbondanza (Napoli) di calciatori che usano per lo più il Destro (Ascoli), ma troviamo anche tanti Mancini (Sampdoria) specializzati in cross degni delle pennellate di Picasso (Foggia). Certo, nessuno nasce Imparato (Bari), ma proprio per questo bisogna considerarsi un giocatore Fortunato (Juventus) se, fin da Piccoli (Verona), si è allenati da Maestri (Palermo) Bravi (Lecco) e Valenti (Udinese). Naturalmente, per un calciatore la Strada (Varese) per raggiungere alti livelli è cosparsa di Chiodi (Milan) e di Carboni (Parma) ardenti, ma il calciatore che usa la Testa (Novara) Strappa (Varese) sempre alla propria Società un Giusto (Barletta) Contratto (Fiorentina). La Massa (Lazio) dei calciatori, per mantenersi sempre in Gamba (Atalanta), segue sempre una sana e corretta alimentazione, non si fa mai prendere dai peccati di Gola (Ascoli), si alimenta non solo di Pane (Sorrento) e di Pastine (Toro), ma anche di Manzo (Como) e, soprattutto, di Pesce (Catanzaro). Fa, inoltre, Pochissimo ( Venezia) uso di Pepe (Pergocrema) e di olio di Oliva (Spezia); il contorno ideale è costituito da Ravanelli (Juventus), Lattuca (Frosinone) e un po’ di Limone (Monopoli): alla fine del pasto sta attento a non abusare di Dolci (Varese) e di Torroni (Mantova), che, si sa, appesantiscono il corpo. Il giocatore serio poi evita sempre il Fumo (Verona), contrario altresì a chi vuole mantenere costantemente la Boccafresca (Avellino). Accanto a giocatori Belli (Milan) e Sani (Milan), certamente non è il massimo essere Sordo (Milan), Mutu (Juventus), Gobbo (Como) o Zoppo (Pro Vercelli) oppure avere malattie Polmonari (Monopoli); purtroppo, nella vita si ha bisogno di un po’ di Proculo (Sambenedettese), perché non si può pensare di vedere esauditi i propri Desideri (Roma) solo con una saltuaria visita in Chiesa (Siena) e con un paio di Paternoster (nazionale Argentina degli anni Trenta) e qualche preghiera alla Madonna (Lazio) Di Loreto (Fiorentina) o a Sammarco (Chievo) o, ancora meglio, seguendo, a modo proprio, la Parola (Juventus) Di Dio (Parma). Importante è avere sempre Mfede (Camerun) nei propri principi, credere nei Valori (Spal) dello sport e non comportarsi con i colleghi da Strunz (StoccardaGermania), non essere, insomma, un giocatore Falso (Turris) e Viscido (Frosinone), che, quando nel gioco Stenta (Potenza), ricorre perfino al Trucco (Bolivia).

In effetti, in campo non esiste il giocatore Perfetto (Ternana). Anche quando tutto sembra perduto, non si deve mai avere il pensiero Della Morte (Lazio); certo non si risolvono i propri problemi, gettandosi Dal Balcon (ex Solbiatese): bisogna convincersi che nella vita ci sono sempre giorni Bui (Catanzaro) e Desolati (Fiorentina), ma basta avere Pazienza (Fiorentina) e Sanguedolce (Savoia) e il Muro (Lazio) che si ha davanti crollerà. Il gioco del calcio è bello e vario e difficilmente si troverà qualcuno che, assistendo ad una gara, potà dire: “Muoio (ex Montevarchi) Di Noia (ex Salernitana)”. Quando poi, come si dice, appenderà la Scarpa (Perugia) ai famosi Chiodi (Milan), il calciatore ha l’opportunità di frequentare il Corso (Inter) di allenatore e tentare così di fare una dignitosa Carrera (Juventus), con la convinzione che alla Radice (Torino) di ogni successo non c’è il Caso (Lazio), ma Grossi (Venezia) sacrifici e pochi Piaceri (Genoa). In definitiva, a fine carriera (a proposito, solo qualcuno arriva a giocare fino a Quaranta (Brindisi) anni), molti calciatori stanno da Signori (Bologna), ma tanti si ritrovano a fare una vita quasi da Barboni (Barletta), costretti a vivere di Stenti (Vicenza), solo perché hanno sperperato i Frutti (Modena) della loro Scienza (Catania) calcistica. In Coda (Empoli) proponiamo una fantomatica partita di calcio tra una squadra composta da giocatori il cui cognome si collega al mondo animale e una squadra che comprende calciatori che si chiamano come tante città italiane. Mondo animale

1) Gatta Lecce

2) Capra Bologna

3) Leone Catanzaro

4) Pavone Catanzaro

5) Gallo Brescia

6) Cavallo Genoa

7) Gallina Vicenza

8) Toro Sampdoria

9) Lupo Ancona

10) Merlo Fiorentina

11) Mosca Palermo

Allenatore Renna

Città

1) Roma Mantova

2) Monza Barletta

3) Napoli Cagliari

4) Cosenza Vogherese

5) Ferrara Juventus

6) Brescia Perugia

7) Bergamo Modena

8) Carrara Reggina

9) Casale Nola

10) Modica Acireale

11) Torino Cosenza

Allenatore Casale

Arbitro: Gambarotta di Udine

Prima di scendere in campo, l’arbitro dell’incontro, il signor Gambarotta, ha riunito i giocatori, ai quali ha rivolto utili consigli. Nel corso della partita bisogna avere molta Pazienza (Fiorentina) con gli avversari, anche se colpiscono duro e non si comportano D’Amico (Lazio). Bisogna avere sempre quel Brio (Iuventus) in più e sapersi comportare da Signori (Lazio) in tutte le occasioni, lasciando la mente Libera (Milan) e Serena (Inter) da cattivi pensieri. In questo modo si prendono due Piccioni (Cremonese) con una Fava (Treviso). I Toni (Fiorentina) devono essere sempre Dolci (Varese), Sereni (Palermo) e Garbati, intramezzati da qualche battuta Di Spirito.

Bruno Palamara

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