E’ una pianta del tutto spontanea la cui diffusione abbraccia i territori caldi e umidi del Mediterraneo. Si rinviene nei luoghi incolti, nei pascoli aridi, lungo le strade di campagna. Dal sapore vagamente simile a quello del sedano, il carciofo selvatico condivide con la varietà coltivata il tipico sentore amarognolo e il caratteristico colore violaceo dei suoi fiori.

L’unica differenza è che, contrariamente da quanto ci si potrebbe aspettare da una specie selvatica, del cardo si possono cucinare i gambi, i piccioli delle foglie e le larghe coste. Ma sono i deliziosi capolini a rappresentare i protagonisti delle tavole rustiche e gustose delle famiglie calabresi. La predilezione per i climi caldi e umidi rende i carciofini selvatici particolarmente diffusi nei territori dell’Italia centro-meridionale: non sarà difficile, quindi, trovarli in Puglia, Sicilia e in Calabria, nell’Area Grecanica e della Locride. Tipica preparazione di queste zone sono i carciofini selvatici sottolio particolarmente saporiti e aromatizzati. In alternativa, li potrete trovare fritti, saltati in padella o gratinati al forno. Ovviamente non possono mancare i piatti tradizionali della cucina italiana, tra cui frittate, risotti, lasagne o saporiti contorni con patate.”

I “capolini in boccio” venivano utilizzati già dai Romani per la preparazione di pietanze e fin dal XVI secolo se ne tramanda l’uso contro le disfunzioni epatiche.

fonte: aiabcalabria.it

Bibliografia

Accogli R., Medagli P., 2018. Erbe spontanee della Calabria. Ed. Grifo. Lecce.

Spampinato G., 2002. Guida alla flora dell’Aspromonte. Laruffa Editore. Reggio Calabria