Nella notte tra il 7 e l’8 aprile del 1300 Dante inizia il più grande viaggio di tutti i tempi, più grande anche di quello narrato nell’Odissea e nell’Eneide . Il suo non è l’itinerario di un eroe che torna a casa o fonda una nuova patria ,ma il viaggio nell’Aldilà , da dove nessuno ritorna . Ma da dove il nuovo eroe deve ritornare per raccontare a tutti quello che a visto . Per il bene e la salvezza dell’umanità.
In questa notte fatidica inizia il percorso della Commedia , dalle tenebre alla luce , di cui Dante molto ci ha raccontato ,ma molto ci ha anche taciuto. Esiste un Dante che pochi conoscono, perchè è svelato da indizi e strumenti non sempre dimostrabili con prove incontestabili , un Dante simbolico e misterioso che si scopre sollevando come egli stesso scrisse ( il velame de li versi strani) compiendo cioè un viaggio dentro il viaggio. Misteriosa è già la scelta di inizio del viaggio: tra il 7 e l’8 aprile. questi due numeri dovettero apparire al poeta assolutamente affascinanti emblematici allegorici. Il tempo è lo spazio sono regolati dal 7 : 7 sono i giorni della settimana e sette i pianeti. Ciascuno dei quattro periodi del ciclo lunare è costituito da 7 giorni 7 x 4=28. E al numero 28 si arriva sommando i primi 7 numeri( 1+2+3+4+5+6+7) Dio stesso lo considerò numero sacro: dopo i sei giorni della Creazione non lavorò ma si riposò , come l ‘uomo deve riposarsi nel settimo giorno della settimana , il 7 è il numero dell’Antico Testamento , in cui ricorre per 77 volte . Sant’ Agostino scrisse : il 7 esprime il senso del pellegrinaggio terrestre dell’uomo .
Poi c’è l’8 . Oltre il settimo giorno , che è il riposo del Creatore , si dischiude l’ottavo giorno che è la vita delle creature , perchè l’ottavo giorno è l’inizio di una nuova settimana . L’8 è il numero dell’equilibrio cosmico , perchè quattro sono le direzioni cardinali (Nord, Sud, Est e Ovest ) e altre quattro le direzioni intermedie . Nel pensiero dei Dogon un popolo dell’Africa , dopo il settimo antenato che è il Signore della Parola , arriva l’ottavo che è la Parola stessa. Questo Dante non lo sa . Ma sicuramente sa che la sua parola è quella di un Essere superiore . Una parola che dice e scrive , si leva dritta nella sua fisica corporeità imprimendosi a lettere di fuoco come un ‘ epigrafe su una lapida . e non si fa dimenticare mai più .
VINCENZO BRUZZANITI