A lungo ci si è interrogati sulle funzioni del latino che apre ai vv.28-30 il colloquio tra Dante e il suo avo Cacciaguida : la terzina nella lingua sacra di Roma , dell’impero e della Chiesa , opera una straordinaria cerniera tematica e formale in una fase determinante del viaggio di Dante personaggio.
Attraverso l’idioma di Virgilio non solo diviene subito percepibile e concreta la solennità di questo incontro , ma viene annullato , in nome di un più alto e trascendente obiettivo ,ogni scarto linguistico tra il fiorentino di Dante e del suo avo , vissuto circa due secoli prima . Il saluto in latino , pur non oscurando lo slancio affettivo tra i due , lo sublima in una dimensione profondamente simbolica : Cacciaguida investe Dante redento ( ora personaggio , ma prossimo scrittore) di una duplice funzione , politica e religiosa , morale e spirituale . L’epiteto , sanguis meus , è lo stesso con cui Anchise , nei Campi Elisi , apostrofo Giulio Cesare ( Eneide , VI, 836) , preannunciando ad Enea le gloriosi sorti dell’Impero , di cui egli sarebbe stato il fondatore e di cui Dante s’appresta con la sua Commedia , a diventare vate.
Solo in un altro caso la ianua coeli( la porta del Cielo) si era dischiusa due volte per San Paolo , vas d’elezione ( Inf. II ,28-30) , strumento eletto , cioè scelto come Dante per portare il nome di Cristo davanti ai popoli ( Atti degli Apostoli , 9 ,15-17) . Come già Saulo ( questo era il vero nome di San Paolo ) prima dell’illuminazione divina , cosi Dante ha sperimentato una temporanea ed allegorica cecità , come il Santo viene identificato con i suoi scritti , spada lucida ed acuta nell’animo umano ( Purgatorio XXIX , 140) , cosi Dante sarà investito della redenzione spirituale e morale dei sui contemporanei , attraverso il suo divino racconto. La preparazione ad una tanto fatale investitura non poteva fare a meno , dunque , della lingua di Roma , sede del Papato e dell’Impero , del potere spirituale e politico , necessari entrambi all’umanità.
Le notizie storiche di Cacciaguida sono ricavabili da tre documenti : un atto notarile del 1189 , e due documenti , uno del 1131 e l’altro del 1201. Tutto il resto è testimoniato solo dal trisnipote Dante , il cui cognome deriva , appunto, dal nobile bisnonno paterno Alighiero I , figlio di Cacciaguida . L’anno della sua nascita , indicato da Dante con una perifrasi piuttosto controversa è stato fissato dalla maggior parte degli esegeti al 1091 . Nominato cavaliere da Corrado III di Svevia , lo seguì nella seconda crociata (1147-1149 , trovandovi la morte .
Professore Vincenzo Bruzzaniti