Nel Medioevo il confine tra astronomia e astrologia era molto sottile . L’astronomia era una scienza strettamente connessa alla teologia . L’astronomo era anche teologo e ogni speculazione teologica non poteva prescindere dalla riflessione sull’ordine cosmico . Anche Dante , dunque, subisce il fascino dell’astronomia .
La conoscenza cosmologica del poeta è evidente specialmente nel Paradiso , Dante , nella sua ascesa attraverso le sfere concentriche che contengono i pianeti , cerca di descrivere i luoghi che attraversa , Egli si attiene alla concezione aristotelica , secondo cui la terra è attorniata da corpi celesti incastonati come gemme splendenti in sfere concentriche in movimento, chiamate “cieli” . Al centro di questo universo perfetto è posta la sfera imperfetta della terra . Il quarto cielo è quello del Sole , che per Dante è il più importante dei corpi celesti , in quanto determina la luce di tutti gli astri . Il proemio del canto X del Paradiso ci offre l’immagine di Dante poeta , astrologo e astronomo. Boccaccio considera Dante un astrologo e – aggiunge- in questa scienza il poeta era stato un “solennissimo uomo”. L’astronomia aveva ricevuto notevole impulso dall’astrologia , intesa come modalità di comunicazione delle intelligenze angeliche . Lo stesso San Tommaso d’Aquino riteneva che le passioni dell’anima fossero influenzate dagli astri; e Dante aderisce a tale concezione. Nel canto X del Paradiso il poeta spiega che l’ordine del mondo naturale , l’esistenza stessa della vita dipendono dall’inclinazione dell’eclittica sull’equatore (23° 30° circa) e, se questa fosse superiore o inferiore a quella attuale , lo stesso ordine sarebbe stravolto. La religione degli astri di Dante , tuttavia . è in piena sintonia con la religione di Cristo ; l’uomo , pus subendo l’influsso astrale , può e deve scegliere tra il bene e il male .
Prof Vincenzo Bruzzaniti