La similitudine , con cui termina il canto tra ( Firenze , che con leggerezza cambia leggi e istituzioni , e un’inferma che per placare il suo dolore , cambia inutilmente posizione nel letto), ad una prima lettura potrebbe sembrare inutile e sfasata o, quanto meno , un puro artificio letterario. Insomma , la sua presenza si configura come un mistero strutturale e narratologico . In realtà , se indaghiamo per entro le pieghe del testo , forse possiamo avanzare qualche spiegazione. In primo luogo , tale similitudine è ripresa da una fonte classica ( Virgilio, Eneide, III, 581), ma soprattutto da una fonte cristiana (Sant’Agostino, Confessioni, VI , 16), Dante sembra far capire che da queste opere canoniche fino alla sua Commedia si snoda il concetto , secondo cui il disviamento del bene ( che in Dante è inteso anche a livello politico) si configura come una vera e propria malattia, una sorta di infezione che contagia un corpo sano . L’infermo è per Sant’Agostino il “temerario” , colui che non teme di allontanarsi da Dio( non ha il timor di Dio) , e temerari e infermi , nell’accezione spiccatamente politico-sociale dantesca , possono considerarsi , oltre a Firenze , l’imperatore , gli ecclesiastici , i potenti, l’Italia stessa.

In secondo luogo , si potrebbe fornire una spiegazione formale. Non è un caso , infatti, che questa similitudine finale costituisca una sorta di pendant rispetto alla similitudine iniziale (fra Dante e il protagonista del gioco della zara): fra questi due paragoni il poeta vuole stabilire un forte rapporto . Per due motivi . Innanzitutto perchè intende porre se stesso al centro dell’azione ( come personaggio nella prima similitudine e come autore indignato nella seconda) . Ma soprattutto perchè nelle due similitudini ritornano due parole-chiave : nella prima dolente( v,2) e volte(v.3) e. nella seconda volta e dolore (v 151). Insomma, i temi del mutamento eccessivo e sconsiderato e del dolore psicologico e fisico conferiscono a questo canto ( generalmente appiattito su un registro soltanto politico) una connotazione , che va al di là della semplice denuncia ideologica , per acquistare una valenza esistenziale e passionale , che tocca – ancor più realisticamente e icasticamente -il cuore dello scrittore e del lettore.
Professore Vincenzo Bruzzaniti.