Il pastazzo, lo scarto derivante dalla lavorazione degli agrumi utilizzati per produrre succhi, oli essenziali e frutta candita, ha costituito da sempre un rifiuto inquinante, spesso abbandonato lungo i sentieri di strade di campagna o scaricato nei letti di fiumi e torrenti in attesa che le piene se lo portino via. Un rifiut nocivo per l’ambiente perché provoca l’inquinamento delle falde acquifere, produce miasmi malsani, diventa residenza gradita di colonie super prolifiche di mosche e moscerini che con il caldo si moltiplicano a dismisura. Eppure negli ultimi tempi di pastazzo se ne vede sempre di meno nella Piana in quanto da scoria dannosa e inquinante, grazie ai progressi della scienza, si è trasformato in un prodotto che, opportunamente utilizzato, può generare ricchezza. Da qualche anno viene utilizzato da “Fattorie della Piana” come biomassa per la produzione
di energia elettrica, con notevoli vantaggi di tipo economico per i produttori di derivati degli agrumi che, conferendolo a titolo gratuito alla centrale di contrada Sovereto di Candidoni,evitano di smaltirlo negli appositi centri attrezzati con risparmio dei relativi costi (circa 70 euro a tonnellata)
fonte: giuseppe lacquaniti – gazzettadelsud.it