Arriva il ripensamento per l’imprenditore che ha denunciato i clan. Per i grillini un tassello da riempire all’uninominale del Senato

Dopo l’annuncio della sua candidatura da parte del Movimento Cinquestelle, il profilo social di Gaetano Saffioti, imprenditore che vive da anni sotto scorta per aver denunciato i clan della Piana di Gioia Tauro, si era riempito di complimenti ed esortazioni. Il testimone di giustizia, però, a 24 ore dalla decisione del M5s di schierarlo in un collegio al Senato, ha chiesto ai vertici del movimento di fermarsi. Aveva offerto la propria disponibilità ma, dopo essersi consultato con le persone che gli sono più vicine, non se l’è sentita di sobbarcarsi un peso così grande. La campagna elettorale prima e l’eventuale impegno in Parlamento poi, devono essere sembrati troppo per un uomo che non ama la ribalta, sulla quale è stato proiettato per il suo rifiuto di piegarsi alla ‘ndrangheta. Nulla da fare, dunque, e – questa la prima conseguenza politica – candidatura da rifare per i pentastellati che aveva strappato, in prima istanza, il sì dell’imprenditore.

Resta, dunque, un tassello da riempire per la squadra grillina che tenterà la scalata a Camera e Senato dai collegi uninominali (i listini proporzionali sono stati definiti con le Parlamentarie). La coordinatrice della campagna elettorale 5 stelle, l’europarlamentare Laura Ferrara, ha ormai ultimato il suo lavoro, che pare rispettare le direttive del capo politico Luigi Di Maio: personalità di alto profilo, vicine (anche se non iscritte) al Movimento e con alle spalle una storia professionale importante.