Eva Fruci, giovane artista calabrese, sceglie la parola “Eleison” come titolo della sua mostra personale che, attraverso porzioni di tessuti incorniciati, fibra di lana naturale, installazioni fotografiche, drappi e citazioni letterarie, ricompone l’immagine della pietà come unico esito possibile per garantire la continuità del mito e, quindi, della capacità dell’essere umano di concepirsi oltre l’inconsistenza della vita terrena.
Partendo dalla metafora delle tre Moire le antiche dee tessitrici del destino, la sua mostra mette in atto un’estetica delle rovine basata su minimalismo e cromie di terra, laddove ogni materiale logoro e sgualcito, portando con sé la storia impressa e registrata nelle proprie fibre, si offre non solo e non più come mera reliquia dell’incuria umana, ma piuttosto si eleva a saggio della dignità e della grazia che ci offrono i resti, unici veri conoscitori della trasformazione.
Se all’artista spetta il compito di confrontarsi con l’assoluto, contenerne l’angoscia e restituire un’indicazione per il futuro, è responsabilità di ognuno farsi carico della trasformazione.
La mostra “Eleison” di Fruci, aperta da sabato 22 giugno, rimarrà in esposizione presso la galleria Duçi Contemporanea di Camini fino al prossimo 17 agosto, e sarà visitabile dal mercoledì al sabato dalle ore 16,30 alle ore 20,30.