Il Comune di Siderno ha utilizzato negli anni scorsi un finanziamento regionale di 600.000 euro, nell’ambito dell’ Accordo di Programma Quadro denominato  “Emergenze Urbane e Territoriali” . L’obiettivo era quello di restaurare i piani “bassi” delle vecchie abitazioni di Siderno Superiore. Il progetto, disciplinato dalla deliberazione Cipe 20/2004, era relativo all’apposito Programma Interventi del  Dipartimento Urbanistica e  Governo del Territorio della Regione Calabria . Il titolo dell’intervento era: “Recupero e rifunzionamento dei piani terra delle strutture abitative poste lungo gli antichi percorsi del centro storico, da destinare a botteghe artigiane e commerciali ”. La disponibilità dell’area/immobile doveva essere privata, con comodato d’uso con vincolo decennale. La regione ha coperto  finanziariamente l’intervento per un importo complessivo di  600.000 attraverso  un  finanziamento CIPE.  L’intervento, voglio ricordarlo,  è stato il frutto di una manifestazione d’interesse da parte dei singoli proprietari ed è consistito nel recupero ed utilizzo dei piani terra di alcuni fabbricati dislocati lungo dei percorsi tematici, attraverso un insieme sistematico di opere di ristrutturazione edilizia. Tali opere, sono state eseguite nel pieno rispetto delle tecniche costruttive tradizionali. Trattandosi di edifici prevalentemente di antica costruzione, soggetti a pochi interventi di manutenzione, essi presentavano un forte stato di degrado. L’elevata presenza d’elementi architettonici e decorativi d’alto pregio hanno richiesto  un approccio progettuale finalizzato alla conservazione degli stessi. L’obiettivo del progetto era  la riqualificazione del centro storico, mediante il ripristino delle antiche botteghe artigiane poste nel borgo di Siderno, da utilizzare come laboratori didattici, destinati alla rappresentazione “dinamica” degli antichi mestieri, spazi espositivi per strumenti musicali e centri di degustazione di prodotti dell’enogastronomia locale. Per la realizzazione dell’opera è stato indetto un appalto pubblico per la realizzazione e successiva attribuzione degli spazi artigianali da assegnare, mediante Bando Pubblico, agli artigiani a canone d’affitto agevolato. I costi di ammortamento (10 anni), più il costo di gestione straordinaria (da parte dell’amministrazione comunale) avrebbero dovuto essere  garantiti dai rientri tariffari dei canoni di locazione.  Gli interventi sono stati tutti di natura conservativa ed hanno mirato al recupero dei piani terra mediante l’eliminazione degli inevitabili dissesti dovuti all’età e ai lenti bradisismi. Nei piani del legislatore doveva trattarsi di un modo per rilanciare la vita economica e produttiva del centro antico che doveva servire anche ad avviare il recupero degli antichi mestieri. L’idea originaria  era quella  di rilanciare il comparto turistico del nostro centro storico-rurale che da luogo di spopolamento avrebbe potuto costituire un vero e proprio scrigno di ricchezza e di cultura su cui puntare per mantenere la popolazione residente e bloccare quindi l’esodo verso altre aree. Solo un problema però: i locali delle botteghe artigiane ( in totale 7-8 ) avrebbero dovuto essere concesse in locazione d’uso a tariffe agevolate, dopo l’indizione di bando pubblico, a privati ed associazioni interessate, per una durata di dieci anni.  Dopo questo periodo di tempo (attualmente sono trascorsi ben 9 anni) gli stessi immobili ritorneranno nella piena  disponibilità dei privati che, voglio rimarcarlo, sono stati gli unici a trarre vantaggio dalla realizzazione del progetto summenzionato visto che il comune di Siderno non ha mai incassato un solo euro dalle locazioni considerato che queste botteghe non sono mai state assegnate a nessuno. In sostanza,  coi soldi della Regione, ad aver avuto indiscutibili vantaggi, sono stati solo i proprietari degli immobili fatiscenti , che, a costo zero,  se li sono sistemati perbene,  li riscatteranno l’anno prossimo come nuovi e probabilmente li venderanno o li affitteranno privatamente per ricavare utili, con buona pace dei contribuenti che hanno per la loro parte finanziato l’intervento. Non c’è più nulla da aggiungere o da dividere. E così sia!

Antonio Tassone

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