Come previsto, in data odierna, dopo anni di assenza, è stato riaperto a Siderno, l’ufficio del Giudice di Pace. Lo stesso è posto al primo piano dei locali della Stazione ferroviaria. “Un altro passo in avanti di quest’amministrazione comunale- ha dichiarato su fb il vicesindaco Anna Romeo – che ha voluto ringraziare tutti i cittadini che stanno sostenendo la giunta attuale nel lavoro quotidiano”. Ma le polemiche non si placano tra coloro i quali hanno apprezzato questa decisione e chi invece l’ha apertamente criticata. La riapertura dell’Ufficio del Giudice di Pace ha comportato delle spese enormi per l’Ente che graveranno in futuro sui cittadini sidernesi. In particolare le spese per la retribuzione lavorativa dei quattro dipendenti comunali (sollevati da altre mansioni cui erano preposti) ad eccezione del solo magistrato onorario, incideranno pesantemente sulle (almeno si dice) “asfittiche” casse comunali e (tanto per intenderci) si parla di oltre 100.000 € all’anno per la gestione ordinaria relativa al funzionamento dell’ufficio a cui bisogna ancora aggiungere le spese già sostenute per la ristrutturazione dei locali e l’acquisto degli arredamenti, quelli relativi al riscaldamento ed alla climatizzazione dei locali, il costo da sopportare per l’ energia elettrica, il materiale di cancelleria e quanto altro necessario per mantenere aperto un ufficio giudiziario. Inoltre, per molti avvocati, sarà sicuramente più scomodo fare da “spola” tra Locri e Siderno soprattutto nel caso di udienze diverse in orari ravvicinati. Sarà solo il tempo a stabilire se per la città di Siderno, attualmente alle prese con gravi problemi strutturali, si tratterà di una decisione utile e conveniente oppure si tratterà di un ulteriore spreco di risorse economiche pubbliche.
Antonio Tassone