Dopo quattro anni di commissariamento, a Siderno, c’era molta attesa per conoscere i nuovi amministratori e consiglieri comunali ma alla fine e’ stato un consiglio comunale d’esordio “muto”. Non ha parlato nessuno. Ha parlato solo il neo presidente Paolo Fragomeni. I fogli con i discorsi pronti di assessori e consiglieri sono rimasti dentro le tasche delle giacche o sui tavoli. Fuda ancora non ha assegnato le deleghe ufficiali. A dire la verità, per essere la seduta d’esordio, ci si aspettava ben altro. In una defilata posizione strategica, alla destra del sindaco Fuda, sedeva  l’ex sindaco di Siderno, Mimmo Panetta, colui il quale è stato individuato da molti come il vero “stratega” politico che ha dettato i tempi dell’operazione politica sidernese che di fatto, lo ricordiamo, ha estromesso, non senza polemiche, la segretaria Maria Teresa Fragomeni dal governo cittadino. Il Pd è stato oggettivamente “scippato” di una carica che gli era stata promessa fino a qualche giorno prima e questa, sul piano politico, non è stata una bella cosa. Gli accordi pre-elettorali vanno sempre rispettati. E’ facile prendersi prima i voti e poi “rompere” senza indugi, senza dare spiegazioni. Sembra poi assurdo per il cronista verificare che la figura del presidente del consiglio comunale, come nel caso di Paolo Fragomeni, venga indicata da tutti tranne che dal suo partito d’appartenenza. Chi sia stato l’artefice di questa misteriosa  “imboscata” politica è facile individuarlo. In queste ultime elezioni comunali, spiace dirlo, la politica non ha avuto alcun ruolo. Hanno avuto invece un ruolo determinante (eccome se le hanno avuto) alcune vicende familiari, fatte di lotte interne e personalismi a suon di voti. Una battaglia elettorale finalizzata a verificare chi dei due avesse più consenso  e quindi capacità d’incidere sulle scelte politiche che contano. A Siderno, poi,  non hanno vinto i partiti, hanno trionfato le liste civiche che alla vigilia (possiamo dirlo ormai a ragion veduta) si erano connotate solo formalmente dal punto di vista politico  ma che nei fatti erano state programmate scientificamente senza tenere conto dell’appartenenza politica pregressa di molti candidati ma privilegiando solo rigidi parametri elettoralistici. Il fatto politico da sottolineare (nonostante le smentite del segretario del Centro democratico cittadino, Luigi Fraietta) è che dopo il voto del 31 maggio, tutti i componenti della lista del partito di Bruno Tabacci ( primo partito del centro-sinistra ? )  non sono stati mai convocati per discutere dello strepitoso risultato elettorale ottenuto. Ci risulta, invece, siano stati convocati solo i consiglieri comunali “eletti” mentre tutti gli altri, dopo che hanno portato migliaia di voti, a mò di “usa e getta”, ancora sono in attesa di una chiamata per  poter prendere parte, ad esempio, ad una qualsiasi riunione politica in cui Fuda manifestasse quali siano  stati i criteri utilizzati per la ripartizione degli assessorati e per la valutazione degli alti requisiti morali e professionali degli assessori. “Perché- ci chiediamo noi – il centro democratico con cinque consiglieri eletti ha espresso un solo assessore mentre la lista “Fattore Comune” con tre consiglieri ne ha ottenuto ben due ? Conclusione, il sindaco Pietro  Fuda (che poteva essere davvero il sindaco di tutti) non si è reso conto che con questa decisione di estromettere il Pd (compreso l’ex gruppo dei socialisti riformisti o cherubiniani) da ieri è  diventato  il sindaco di una sola parte politica che pero’, ancora oggi  (e non si capisce bene il motivo)  e’ ancora maggioranza. Una  “tattica” politica che ci sembra davvero inconcepibile e che non ci lascia tanto tranquilli per il futuro. Da una maggioranza “bulgara” sono iniziate le divisioni, quelle divisioni che Siderno non poteva permettersi. Bisognava remare tutti dalla stessa parte. Purtroppo non sarà così.

Antonio Tassone

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