Nello scorso febbraio un ascensore dell’ospedale di Locri con dentro un’infermiera che poi si salvò miracolosamente venne fasciato dai Carabinieri con del nastro isolante e dichiarato fuori uso. Ancora oggi, a fine ottobre, quell’ascensore non funziona così come tanti altri che nel frattempo si sono fermati e neanche sono stati riparati per  metterli a disposizione di tutti . La struttura versa attualmente nel degrado più assoluto. Mancanza di personale, un solo medico nei fine settimana deve servire 4-5 o reparti contestualmente e smonta alle 20,00 di sera. E’ la cattiva gestione della sanità nella regione e della locride. Dicono che non ci sono mezzi e uomini  per poter lavorare con serenità. Noi non vogliamo crederci e non vorremmo chiedere favori per un diritto che ci dovrebbe essere garantito. Attualmente ci sono stanze chiuse e posti letto vacanti. Il malato non può essere curato e quindi spesso se ne torna a casa e si organizza per il “viaggio della speranza”. Si continuano a depotenziare reparti. L’ultimo chiuso è stato quello di Geriatria. E all’Ospedale di Locri si continua a vivere, salvo le dovute eccezioni, nell’anarchia più assoluta. Un aiuto lo poteva dare Siderno che riusciva ad offrire buona sanità sul territorio. Ricordiamo la storia. Nel 2007, sotto la gestione di Agazio Loiero, iniziò lo svuotamento dei reparti con la chiusura della Chirurgia generale ed il trasferimento a Locri. Numerosi furono all’epoca i consigli comunali convocati dall’amministrazione comunale di centro-destra guidata dal Sindaco Alessandro Figliomeni per scongiurare tale pericolo ed anche autorevoli politici che oggi si schierano a favore della “buona sanità nella locride” potevano fare tanto ma nulla hanno fatto. Su iniziativa dell’allora assessore comunale alla sanità Francesco Rispoli, vennero raccolte e depositate migliaia di firme. L’opera di svuotamento si completò  nel 2009 allorquando quando vennero chiusi a Siderno e trasferiti a Locri i reparti di Urologia e Cardiologia. L’ASL di Locri, a seguito dell’omicidio di Franco Fortugno, che spesso difese l’Ospedale di Siderno,  venne all’epoca commissariata e successivamente anche  gli uffici direzionali vennero spostati nella città capoluogo. Si accorparono le Asl. L’assessore alla sanità del tempo, Doris Lomoro, in una Siderno blindata dalla presenza di forze di Polizia in tenuta antisommossa, venne accompagnata sottobraccio in Municipio dalla sua collega di partito ed anch’essa assessore, Liliana Frascà, una cauloniese doc, proprio come l’attuale assessore al welfare Federica Roccisano, e ricevuta dal sindaco Figliomeni con un fascio di rose rosse in mano in segno di eleganza e di rispetto verso le istituzioni. Ovviamente l’ex Sindaco Panetta quel giorno era assente. La Frascà è stata da sempre vicina all’allora presidente del consiglio regionale Peppe Bova, cui, lo ricordiamo, all’epoca anche l’attuale leader della lista “Fattore Comune”, l’ex sindaco Mimmo Panetta, fece aperta campagna elettorale. E’ bene ricordare che nel 1996, dopo il voto plebiscitario che lo portò a stravincere le elezioni comunali,  lo stesso Panetta, salendo sul palco per il discorso di ringraziamento, definì Bova un “untore” del Pds che assieme all’allora dirigente regionale di Forza Italia Pietro Fuda diede vita “al grande inciucio” tra destra e sinistra al fine di sconfiggere le sue liste civiche di centro sinistra. Dopo quasi venti anni Panetta e Fuda si sono ritrovati seduti allo stesso tavolo per parlare di politiche al servizio del territorio e della città di Siderno e si accordati per far eleggere Fuda a sindaco della città di Siderno senza passare nemmeno dal meccanismo delle Primarie. Questa è storia. L’Ospedale di Siderno, unico caso  in tutta la Calabria, venne di fatto chiuso da Agazio Loiero e Doris Lomoro.  In quel periodo iniziava anche l’idillio politico tra il presidente della regione del tempo Agazio Loiero, che aveva abbandonato la Margherita, fondando il nuovo Partito Democratico Meridionale e l’attuale Sindaco di Siderno Pietro Fuda. Nel novembre del 2005, infatti, Fuda si sganciò dal centro-destra dimettendosi da Presidente della Provincia di Reggio Calabria e partecipò  a quel  nuovo progetto politico voluto da Loiero, che in occasione delle elezioni politiche del 2006,  lo portò a candidarsi da capolista al Senato con “il partito dei Consumatori ” a sostegno del Presidente Prodi. La lista superò lo sbarramento regionale, raggiungendo il 5,3%. In Senato si iscrisse al gruppo misto, in quota “PDM”. Nel marzo del 2011 Giuseppe Scopelliti completò l’opera iniziata da Loiero venendo a Siderno accompagnato dall’allora sindaco di Locri Francesco Macrì e dal suo vice Giovanni Calabrese garantendo ai pochi cittadini presenti che l’ospedale di Siderno , al pari di altri sei ospedali regionali, non sarebero stati chiusi ma riconvertiti in base al piano sanitario di rientro previsto dal tavolo Massicci. Scopelliti,  visitando la struttura, si fermò a parlare con i medici, alla presenza del commissario straordinario dell’Asp di Reggio Calabria, Rosanna Squillacioti. “L’ospedale di  Siderno – disse Scopelliti gonfiando il petto-  non sarà come prima ma non sarà chiuso. Resterà comunque un presidio ospedaliero presente sul territorio che risponderà all’ospedale di Locri, individuato come struttura principale della Locride, che abbraccia 42 comuni con un bacino di utenza di 172 mila abitanti”. Una riduzione che avrebbe comportato l’assenza dei  ricoveri con degenza notturna, ma la struttura sarebbe rimasta come presidio di primo intervento. Prima di lasciare l’ospedale Scopelliti  lodò la popolazione di Siderno che capì  le esigenze in campo sanitario della regione Calabria denotando grande maturità e civiltà e proprio per questo motivo avrebbe dovuto essere premiata. Domanda: sarebbe mai stato possibile, secondo voi, che Fuda si potesse opporre alla chiusura dell’Ospedale di Siderno decisa molto tempo prima dal suo amico  Loiero ? Ed ancora, credereste voi alla parola data da un politico come Scopelliti ? Personalmente penso proprio di no.  Cosa sia accaduto poi nel tempo è storia di questi giorni. Il futuro sarà ancora da scrivere.

Antonio Tassone

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