Negli ultime ore si è scatenata una bufera mediatica nazionale in ordine alla vicenda dell’intimidazione subita dal dirigente dello Sporting Locri , squadra che milita nel campionato di serie A2 di futsal (calcio femminile). Sindaci, politici, giornalisti, portaborse, amministratori di condominio e quant’altro, che magari in tutti questi anni neanche sapevano dell’esistenza a Locri di una squadra di calcio femminile, si sono sbizzarriti o si stanno divertendo in queste ore ad esternare la propria disapprovazione (in alcuni casi sdegno) nei confronti dell’ignoto autore che si spera possa essere quanto prima individuato ed arrestato dalle forze dell’ordine. Spiace dover constatare, però,  che ancora una volta si è voluto “strumentalizzare” politicamente un delicato problema che attanaglia la nostra società che certamente non contribuirà, a mio avviso, a tutelare i reali interessi della società di calcio colpita dal vile gesto. Capisco che la politica comporti l’esigenza di apparire, di essere ‘visibili’, di dire la propria, anche quando magari non si ha nulla da dire. A mio avviso , non basta limitarsi ad una strumentale disapprovazione del gravissimo gesto o esprimere una solidarietà di facciata nei confronti del ‘dirigente colpito’,  credo, invece, che il problema sia più serio e meriterebbe una presa di coscienza unitaria da parte di tutte le istituzioni interessate al fine di individuare un percorso “univoco” da seguire per il salvataggio della società e del titolo sportivo che tante soddisfazioni ha dato in questi anni a squadra, tecnici, tifosi, sponsor, dirigenti ed anche, voglio ricordarlo, all’intera città di Locri .

Antonio Tassone

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