La fase più complessa però è l’analisi: il materiale biologico prelevato col tampone faringeo viene inviato nel laboratorio analisi, dove attraverso una tecnica chiamata “reazione a catena della polimerasi” (PCR) viene rilevata o meno la presenza di un patogeno, come appunto il coronavirus. Questa procedura può richiedere fino a 4 ore con i test tradizionali, e per intercettare il profilo genetico del virus si basa su un processo di riscaldamento del campione prelevato. Esistono anche test diagnostici portatili e più rapidi, come quello messo a punto da scienziati dell’Università della Scienza e della Tecnologia di Hong Kong (HKUST) e della startup di biotecnologia Shenzhen Shineway Technology: il kit diagnostico, basato sulla tecnologia dei chip microfluidici, può analizzare 8 campioni contemporaneamente e impiega soltanto 40 minuti per dare un responso positivo o negativo.
Il test in realtà ha un costo irrisorio: stanno circolando molte bufale sul costo esagerato del tampone, addirittura migliaia di euro, ma in qualsiasi posto del mondo il costo del tampone in sè è di pochi centesimi perchè si tratta di un bastoncino cotonato, anche se il lavoro dei tecnici, dei microbiologi e degli operatori sanitari che devono analizzare il materiale biologico ha sicuramente un valore superiore. Ci sono in Italia cliniche private che stanno chiedendo circa 200 euro per un tampone. In realtà al Servizio Sanitario Nazionale (che però segue un protocollo rigido e fa il tampone soltanto a chi ha evidenti sintomi del Coronavirus) questo servizio costa molto meno, perchè anche le analisi si svolgono in laboratori interni agli Ospedlai pubblici con personale già in servizio.
meteoweb.eu