Aristide Bava

SIDERNO – E’ tempo di sfruttare di più le eccellenze enogastronomiche della Locride . Ormai questo settore è diventato parte integrante di quello che viene comunemente chiamato il “nuovo turismo” e La Locride, piaccia o non piaccia, sul suo territorio possiede una ottima produzione locale che spesso ottiene importanti riconoscimenti che arrivano anche dall’estero. Prendiamo ad esempio il ben noto caciocavallo di Ciminà . Ha ottenuto la denominazione Deco ed è presidio slow food.

Da tempo, perlatro, il prezioso e profumato formaggio locrideo è stato inserito nell’elenco nazionale dei prodotti agro-alimentari tradizionali. Nella piccola cittadina di Ciminà viene prodotto ancora in maniera artigianale coagulando il latte con caglio naturale. Si ottiene cosi la toma che viene lasciata inacidire; quanto basta a ottenere una pasta elastica che viene tagliata a pezzi, messa in acqua calda, lavorata energicamente con un particolare mestolo di legno “a cucchjara” e, poi, con un particolare gioco di mani si crea la forma desiderata che può essere allungata, rotonda o “a palumbella”. A questo punto i caciocavalli vengono immersi in acqua salata “a sermurata”, ottenuta facendo bollire acqua e sale, dove rimarranno per un tempo diverso in base alla forma e alla grandezza. Una ricetta certamente dettagliata non facile che , peraltro, deve essere attivata da mani abili e tanta esperienza per dargli il “top” del suo gusto. E questo lo sanno fare solo a Ciminà. Altra “particolarità” della Locride è certamente il Vino Greco di Bianco che in molti ormai chiamano ” Il nettare degli Dei”, Si produce pressocchè esclusivamente nei comuni di Casignana e di Bianco ( e in alcune zone di Gerace) .

E’ un passito che gli esperti non esitano a definire ” unico al mondo”. Il vino Greco necessita per la sua produzione di ambienti particolari. E’ un vino dolce, ottimo per il dopopasto, che si porta appresso anche il fascino di avere una storia millenaria proprio perchè considerato “Il nettare degli Dei”. Negli ultimi anni è stato accostato alla Villa Romana di Casignana che non a caso, fra i tanti ambienti impreziositi da raffinati mosaici, può vantare anche una superba raffigurazione musiva di Bacco ebbro. Un chiaro riferimento alla lavorazione e al commercio del vino greco, risalente alla seconda metà dell’VIII secolo a.C. , anche in epoca romana. Ed è quasi un piccolo miracolo, ancora oggi, l’antica presenza dei vigneti nello spazio di area circostante l’area archeologica della Villa Romana, che – si ritiene – in epoca antica fosse stata anche abitata da grossi produttori di vino. E, poi, altra preziosità del territorio l’ “oro verde” della provincia reggina, ovvero il bergamotto.che ha suscitato l’interesse dell’Unesco. La valenza del processo di valorizzazione e di identità di questo prodotto grazie anche a coraggiosi imprenditori che hanno mantenuto, a dispetto della crisi del passato, le loro preziose piantagioni, adesso è diventata notevole e negli ultimi anni è diventato un autentico prodotto di nicchia e sta prendendo piede nei mercati di tutto il mondo. Può essere usato per la preparazione di tantissime cose, a partire dal campo cosmetico. E, poi, dal liquore al torrone, dal panettone a gustose pietanze che arricchiscono le tavole dando ai cibi un gusto eccezionale. Può avere anche un effetto benefico e balsamico per le vie respiratorie.. Tre prodotti d’elite che sono solo alcune delle punte d’eccellenza che si producono sul territorio ma che si accompagnano a tanti altri prodotti che potrebbero veramente risolvere la crisi economica del territorio e fare da traino per il suo sviluppo turistico specie se opportunamente accomunati alle tante altre attrattive che fanno parte dell’immenso potenziale del territorio della Locride

nella foto il caciocavallo di Ciminà