La Terza Sezione della Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato dagli avvocati Pasquale Loiacono del foro di Palmi e Giuseppe Calderazzo del foro di Locri nell’interesse di Antonio Filippone, accusato di appartenere ad una associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti nell’ambito della vasta operazione denominata “Arma Cunctis”
Gli avvocati Loiacono e Calderazzo – spiega una nota degli stessi legali – con il ricorso per Cassazione hanno contestato la logicità del provvedimento con cui il Tribunale della Libertà di Reggio Calabria aveva confermato la massima misura cautelare disposta nei confronti del loro assistito, evidenziando come i giudici del riesame avevano mancato di considerare alcune circostanze, tutte evidenziate dalla difesa, che rendevano il tessuto argomentativo dell’accusa significativamente inficiato in merito alla sussistenza di elementi idonei a far ritenere Filippone come un soggetto facente parte di un sodalizio criminoso.
L’equivocità della condotta contestata e l’assenza di ogni prova in ordine ad un ruolo consapevole non dovevano, per gli avvocati, consentire di motivare un provvedimento cautelare nei confronti del loro assistito.
La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso dei difensori, ha disposto l’annullamento con rinvio dell’ordinanza.
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