DI DON ENZO RUGGIERO

COMMENTO AL VANGELO DEL GIORNO DI PASQUA C
Siamo arrivati alla Pasqua dopo aver seguito Gesù nei suoi ultimi giorni di vita. Il Vangelo di Pasqua parte proprio da questo limite estremo, dalla notte BUIA della morte. Scrive Giovanni che “era ancora buio” quando Maria di Magdala si recò al sepolcro. Era buio anche dentro il cuore di quella donna, il buio della tristezza e della paura. Appena giunta vede che la pietra posta sull’ingresso, una lastra pesante come ogni MORTE e ogni distacco, è stata rimossa. Maria, pensando che il corpo di Gesù sia stato trafugato, corre subito da Pietro e da Giovanni. Essi “corrono” verso il sepolcro vuoto. E’ una corsa che esprime bene l’ANSIA di ogni discepolo, di ogni comunità, che non può vivere senza la presenza del Signore, o comunque senza cercarlo. Giunse per primo alla tomba il discepolo dell’amore, Giovanni: l’amore fa correre più veloci e fa aspettare Pietro che lo seguiva. Ed è Pietro ad entrare per primo. Si erano trovati davanti ai segni della risurrezione e si lasciarono toccare il cuore. I tre, davanti a quella tomba vuota, sono l’inizio della Chiesa della risurrezione. Fino ad allora, infatti, “non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè Egli doveva risorgere dai morti”. Questa è spesso la nostra VITA: una vita senza risurrezione e senza Pasqua, rassegnata di fronte ai grandi dolori e ai drammi degli uomini. Il sepolcro si è aperto: il Signore ha VINTO la morte e VIVE per sempre.
Siamo nel CUORE della fede cristiana. Perché per essere cristiani non basta credere in Cristo, ma credere che Lui è Dio, che è morto ed è risorto. E il difficile non è tanto credere che è risorto, quanto che un Dio possa morire, credere che un Dio è morto. E’ ovvio pensare: se è morto anche Lui, che Dio è? Ebbene, se è difficile credere che Dio è morto è più difficile credere che noi uomini risorgeremo.
Celebrare la Pasqua vuol dire non solo che Gesù Cristo è risuscitato dai morti, ma che ANCHE NOI risorgeremo, anzi risorgiamo ogni giorno, perché la Chiesa è la comunità della risurrezione. Questo è il fondamento della nostra SPERANZA.
D. Enzo Ruggiero