Morì a soli 35 anni a Milano Lea Garofalo. Era il 24 novembre 2009.  Nata a Petilia Policastro, Lea fu vittima di un agguato organizzato dal suo ex compagno, il boss della ‘ndrangheta Carlo Cosco. È stata una testimone di giustizia sottoposta a protezione dal 2002 perché decise di testimoniare sulle faide interne tra la sua famiglia e quella del suo ex compagno. Una storia di grande coraggio, quella di Lea e di sua figlia Denise che ha saputo trovare la forza per denunciare il padre, che, a distanza di anni è importante conoscere e raccontare.

Alla sua ribellione, forza e coraggio, è dedicato il film-tv Lea di Marco Tullio Giordana, andato in onda anche ieri sera 23 novembre su Rai1 con protagonista Vanessa Scalera, allora poco conosciuta attrice travolta oggi dal successo della serie Imma Tataranni – Sostituto procuratore di Matera.

Reazioni

Nesci: “Esempio di amore per la legalità”

“Dodici anni fa scompariva Lea Garofalo, testimone di giustizia che pagò con la vita il suo desiderio di libertà dalla ‘Ndrangheta. Lea scelse di sottrarsi al contesto criminale in cui era cresciuta per garantire alla figlia Denise un futuro migliore. Il suo straordinario coraggio e il suo altissimo senso civico sono un esempio di amore per la legalità che dobbiamo continuare a ricordare e onorare tutti i giorni nella lotta alle mafie”. Lo afferma la Sottosegretaria per il Sud e la Coesione territoriale Dalila Nesci. “La drammatica vicenda di Lea Garofalo – aggiunge – ci impone una riflessione sull’impegno che lo Stato deve garantire a tutela di chi sceglie la legalità. Nel 2018 abbiamo voluto colmare il vuoto normativo sui testimoni di giustizia, con una legge approvata all’unanimità che ha rafforzato le misure di protezione, sostegno economico e assistenza nella fase del reinserimento sociale. Io stessa ho proposto una legge, ‘Liberi di Scegliere”, che prevede l’introduzione di specifici provvedimenti per la protezione e l’assistenza dei minorenni che subiscono violenze o sono coinvolti in reati dai familiari mafiosi. È anche grazie ai testimoni di giustizia che è stato possibile abbattere le organizzazioni criminali, grazie a persone come Lea Garofalo che ha deciso di denunciare ad alta voce le logiche mafiose del suo ambiente d’origine. Il nostro compito, come istituzioni e come comunità, è quello fare ulteriori passi in avanti, continuando a impegnarci con la massima determinazione contro le mafie e – conclude Nesci – a proteggere sempre chi sceglie di stare dalla parte della giustizia”.

Magorno: “Suo coraggio è erdità preziosa”

“#24novembre Un pensiero a Lea #Garofalo, donna calabrese che si è ribellata alla ‘Ndrangheta. Il suo coraggio è eredita preziosa”. Così su Twitter il Senatore IV, Ernesto Magorno.

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