Si terrà nel tardo pomeriggio la riunione del Consiglio dei ministri. Sul tavolo, il nuovo decreto aiuti per contrastare i rincari dell’energia e calmierare le bollette.
Nella bozza del documento che sarà discusso stasera, spicca la norma che sblocca le trivelle, l’obiettivo è incrementare la produzione di gas naturale con “il rilascio di nuove concessioni tra le 9 e le 12 miglia“, in deroga al decreto legislativo del 2006. Si prevede, inoltre che, “in deroga” al divieto alle trivellazioni previsto dalle norme per l’attuazione del Piano energetico nazionale, “è consentita la coltivazione delle concessioni” di coltivazione di idrocarburi “poste nel tratto di mare compreso tra il 45esimo parallelo e il parallelo passante per la foce del ramo di Goro del fiume Po” a una distanza dalla costa superiore a 9 miglia.
Come anticipato ieri dal ministro delle Finanze Giorgetti, arriva la possibilità per le imprese di chiedere la rateizzazione delle bollette di luce e gas. La misura è destinata alle “imprese residenti in Italia” e concede la possibilità di rateizzare gli importi “eccedenti l’importo medio contabilizzato” nell’intero 2021 per i consumi effettuati dal “primo ottobre 2022 al 31 marzo 2023” e fatturati entro il “31 dicembre 2023”. La rateizzazione decade in caso di inadempimento di due rate anche non consecutive. E’ prevista la possibilità di ottenere la garanzia di Sace.
Arrivano anche le proroghe, ampiamente attese, per gli aiuti contro i rincari energetici per famiglie e imprese. Il contributo straordinario, sotto forma di credito d’imposta, a favore delle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale è prorogato a fine anno, così come le misure in materia di accisa e Iva su alcuni carburanti. Il testo prevede anche che “l’aliquota Iva applicata al gas naturale usato per autotrazione è stabilita nella misura del 5%”.
Sarebbe confermata la revisione del Superbonus: la percentuale dello sconto sulla spesa per i lavori di efficientamento energetico scende al 90%. L’agevolazione sarà confermata anche per gli immobili unifamiliari ma con un un limite di reddito (a 15mila euro) variabile in base ad una sorta di quoziente familiare.
C’è poi il capitolo dedicato al tetto al contante, che sale a 5mila euro e che modifica l’attuale normativa secondo cui il tetto dal primo gennaio sarebbe stato ridotto da duemila a mille euro. Si stanziano poi 80 milioni di euro per il 2023, destinati a contributi per i commercianti obbligati alla trasmissione telematica dei corrispettivi all’Agenzia delle entrate. I contributi sono in credito di imposta pari al 100% della spesa sostenuta, fino a 50 euro per ogni registratore telematico (il registratore di cassa connesso a internet) acquistato.
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