Aristide Bava
SIDERNO – Progetto culturale della Locride, se ci sei batti un colpo ! Nei giorni scorsi, in occasione di una importante riunione organizzata dal Corsecom per parlare dei problemi del territorio della Locride e delle possibilità di un rilancio del territorio la Direttrice del Museo di Locri, Rossella Agostino, rivolgendosi al folto gruppo dei rappresentanti delle associazioni presenti all’incontro chiedeva se qualcuno avesse notizie sul Distretto Culturale della Locride. Una richiesta assolutamente lecita visto che nell’aprile dello scorso anno questa ipotesi progettuale è stata discussa presso la Regione Calabria in un incontro stimolato dal capogruppo regionale del Pd, Sebi Romeo. La richiesta della dott.ssa Agostino non ha avuto risposta anche se il presidente del Corsecom Mario Diano ha inteso inserire il Distretto culturale della Locride tra le priorità che dovrebbero contribuire alla qualificazione del territorio. Giusto chiedersi,a questo punto, però, che fine ha fatto questa ennesima promessa, visto che – il cronista lo ricorda – del Distretto culturale della Locride si cominciò a parlare sulla base di una iniziativa dell’allora Ministro per i beni culturali Francesco Rutelli, subito dopo l’omicidio di Francesco Fortugno, nel lontano 2005. L’incontro presso la Regione Calabria avvenuto a distanza di quasi 12 anni ( sic ! ) , nell’aprile 2017, riaccese i riflettori sulla vecchia ipotesi per dare un nuovo assetto al distretto culturale della Locride. All’iniziativa parteciparono al tavolo dei lavori, con i rappresentanti dei dipartimenti regionali per la Cultura e per la Programmazione comunitaria, il presidente del Comitato dei sindaci locridei, Rosario Rocca; appunto la direttrice del Polo museale di Locri e Monasterace, Rossella Agostino; il presidente del Parco di Aspromonte, Giuseppe Bombino; il presidente ed il vicepresidente del consorzio degli albergatori Jonica Holidays, Maurizio Baggetta e Maurizio Reale, e Antonio Silipo come interlocutore per i tour operator del comprensorio, oltre,ovviamente, a Sebi Romeo che sembro avere le idee chiare sul progetto immaginando un unico filo conduttore capace di mettere insieme le innumerevoli risorse culturali e turistiche della Locride , oltre che l’individuazione di una sintesi delle stesse, fino alla definizione di alcuni grandi attrattori capaci di fare da traino a tutte le esperienze sensoriali che la Locride può offrire ai turisti. Sebi Romeo precisò allora che il fine ultimo che si poneva , con questo progetto, l’ amministrazione regionale, era quello di uno sviluppo economico del comprensorio, a breve , medio-lungo termine, basato sull’ambito turistico e incentrato sui temi della cultura. L’impegno era quello di ulteriori incontri e confronti aperti per arrivare finalmente alla auspicata realizzazione. Ecco la legittimità dell’interrogativo di Rossella Agostino : siamo al punto di partenza o si è mosso qualcosa ? L’augurio è che a questo interrogativo arrivi qualche risposta. Per quanto ci riguarda ricordiamo che il Distretto culturale, dopo la visita Locridea di Rutelli, fu oggetto di una apposita progettazione della Associazione nazionale “Civita”, chiamnata in causa dallo stesso ex Ministro, che individuò il territorio della Locride come uno degli ambiti d’intervento già “maturi” , ovvero contraddistinto da una dotazione di risorse caratterizzate in senso culturale, ” in grado di rappresentare, da subito, un elemento di competitività territoriale”. precisando che nelt’area in questione, è stato realizzato un approfondimento progettuale finalizzato alla definizione di un Piano Strategico generale, di un Programma d’interventi (azioni di sistema e progetti pilota) e di un modello di gestione per l’attuazione del programma individuato e per la governance futura del sistema. Nella relazione fu indicato che “l’area della Locride, oltre ad essere particolarmente dotata dal punto di vista dell’asset culturale ed ambientale (ad es.: il centro storico di Gerace, l’area archeologica di Locri Epizephyrii, il Parco nazionale dell’Aspromonte ecc.), possa contare anche sull’apporto significativo dei comuni costieri grazie alla loro considerevole dimensione economica, come anche sul contributo delle aree dell’entroterra che si caratterizzano per la ricchezza del patrimonio tradizionale, espresso da feste, artigianato e prodotti tipici”. Come dire, insomma, ma questa non è una novità, il territorio è già pronto. Il problema vero, però, è quello di sempre ovvero la mancanza di volontà e/o l’incapacità politica che, in uno con la deleteria burocrazia esistente si frappone anche ad iniziative di questa importanza che potrebbero veramente cambiare il volto del territorio. Ovviamente, sul caso specifico, si attendono risposte.
n.b.. Una foto della riunione del lontano aprile 2017 quando alla Regione fu ripreso l’argomento su iniziativa di Sebi Romeo.