“Si va incontro ad un vero disastro ambientale: il percolato, altamente cancerogeno, sta infettando i terreni e il mare”. E’ l’allarme lanciato dalla testata online inaspromonte.it intervenuta sulla situazione della discarica di Casignana dopo l’alluvione che ha messo in ginocchio la Provincia di Reggio Calabria. Sulla vicenda, però, è intervenuto anche il dott. Ferdinando Laghi vice presidente nazionale dell’Associazione “Medici per l’ambiente”.”Il percolato, ha spiegato Laghi, è un liquido che si forma nelle discariche che contengono umido, è nocivo e tossico, senza contare che il percolato ha metalli pesanti che variano nella concentrazione e nel tipo a secondo del contenuto della discarica”.
La produzione di percolato varia in funzione di tre parametri principali. Innanzitutto la meteorologia della zona nella quale la discarica è posta: piovosità, temperatura e ventosità del sito influenzano i processi di origine del percolato. Una maggiore piovosità aumenta ovviamente le infiltrazioni di acque nel corpo della discarica aumentando la produzione, mentre una temperatura minore può inibire i processi biologici riducendola. Il problema più grande si verifica quando il percolato si infiltra nel terreno e nelle falde acquifere minacciando le catene alimentari. La discarica di Casignana più volte, in passato, è stata definita una “bomba ecologica” pronta ad esplodere. Un disastro annunciato, che pare si sia verificato all’indomani dell’alluvione dei primi di novembre. La gestione della discarica di Casignana, nella Locride, è anche finita al centro di un procedimento giudiziario, l’indagine Black garden, che si è concluso con una serie di assoluzioni. Oggi quel sito torna a far tremare. Sempre stando ad “Inaspromonte.it”, delle due vasche adibite alla raccolta del percolato una sarebbe stata “letteralmente distrutta” da una frana, mentre l’altra verserebbe in condizioni decisamente precarie. Anche l’Arpacal, il 30 settembre scorso, in seguito ad alcuni sopralluoghi aveva emanato delle prescrizioni circostanziate, rilevando che “un evento piovoso, anche di scarsa entità”, avrebbe potuto “provocare abbondante tracimazione di percolato e, cosa più grave, un possibile smottamento delle due vasche d’emergenza posizionate ai piedi della discarica, con prevedibili danni per l’ambiente”. In molti temono, inoltre, che il percolato contamini il terreno fino ad infettare anche i preziosi vitigni autoctoni, dai quali si estrapola pregiato vino famoso in tutto il mondo. La domanda è sempre la stessa: cosa aspetta chi di competenza ad intervenire?
ALESSANDRA BEVILACQUA
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