Ancora un’aggressione in un carcere della Calabria, questa volta nel penitenziario di Catanzaro dove tre poliziotti sono stati rimasti feriti durante un tafferuglio con un detenuto con problemi psichiatrici, ristretto nella sezione Atsm (articolazioni per la tutela della salute mentale).

L’uomo era già noto per la sua indole violenta ed era balzato agli onori della cronaca per essersi reso responsabile di un crudele omicidio, in cui a pagare con la propria vita fu il compagno di cella, ucciso a calci e pugni.

In tarda mattinata, mentre si trovava in attesa di essere visitato dal medico dell’istituto, avrebbe improvvisamente dato in escandescenzascagliandosi con brutalità contro il personale della penitenziaria in servizio.

Gli agenti feriti hanno dovuto ricorrere alle cure del Pronto Soccorso, mentre nell’immediatezza sono stati coinvolti i Superiori Uffici Dipartimentali che hanno disposto l’istantaneo trasferimento del detenuto.

“Ormai – afferma il vice-coordinatore del Sinappe, Cristina Busà, che ha anche reso noto l’accaduto – le aggressioni ai danni degli appartenenti al Corpo avvengono quotidianamente nei penitenziari, una violenza che continua ad a aumentare unitamente allo sconforto del personale esposto ad ogni tipo di attacco”.

La Sigla di categoria ha quindi espresso la sua “forte preoccupazione” per i fatti verificatisi “e – ha proseguito la sindacalista – per le sempre più difficili condizioni in cui il personale di Polizia Penitenziaria è costretto ad operare. Ormai il personale è pervaso da una costante sensazione di impotenza che impregna gli animi e li rende consapevoli che troppo spesso la loro incolumità è lasciata al caso” ha concludo Busà.

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