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Dalla pesca, nella costa jonica, una volta si otteneva una tipica specialità culinaria detta mustica o anche rosamarina o caviale dei poveri.

L’ingrediente principale per questa squisita pietanza erano i bianchetti (le alici neonate) pescati nello Jonio nel periodo tra marzo e aprile, sapientemente lavorati con una procedura molto particolare che si tramandava da generazione a generazione.

Una volta pescata, la neonata veniva lavata con acqua dolce e poi immessa in salamoia entro recipienti di terracotta per alcune settimane. Trascorso questo tempo veniva adagiata su un ripiano di marmo e adeguatamente amalgamata con peperoncino piccante calabrese in polvere (se graditi si aggiungevano anche dei semi di finocchio). Il composto così ottenuto si presentava come una pasta di colore rosso, odore intenso, sapore piccante e pronta alla degustazione.  Si poteva anche conservare, in vasetti di vetro, al fresco, per un periodo relativamente lungo fino a 8/10 mesi.

La mustica poteva essere degustata come antipasto piccante spalmata su fettine di pane tostato.

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