Il Procuratore di Reggio Calabria Cafiero De Raho ha detto la sua, a le “Voci del Mattino” di  Radio 1 Rai, in merito alle intimidazioni verificatesi nei giorni scorsi e non solo, da parte della ‘Ndrangheta.
Secondo il Procuratore non si tratta di un palese segno d’attacco da parte delle cosche ma più che altro di un chiaro segno di debolezza, visto la presa di posizione che lo Stato ha assunto soprattutto negli ultimi tempi in tutta la Calabria.
“La ‘Ndrangheta reagisce con intimidazioni, anche nei confronti di familiari dei magistrati, come abbiamo visto con Gratteri, perchè sente addosso la pressione dello Stato, attraverso processi, sequestri e arresti. Testimoni ed imputati hanno iniziato a collaborare, a rendere dichiarazioni, e dunque a passare dalla parte dello Stato” afferma.
E’ forse una delle poche volte che la mano oscura della ‘Ndrangheta non possiede più una forte presa sul territorio, ma piuttosto si sente sotto assedio da parte del meticoloso ed efficiente lavoro svolto dalle forze militari a contrasto del fenomeno che fino a qualche anno fa dilagava pesantemente.
“Io leggo questi atti – continua il Procuratore – come una forma di debolezza, legati al fatto che non riesce più ad ottenere gli stessi risultati di prima. Nel Porto di Gioia Tauro viene sequestrata droga per una quantità di oltre una tonnellata e mezza l’anno, poi ci sono le demolizioni degli edifici abusivi, operazioni mai eseguite nella storia giudiziaria di Reggio Calabria, inoltre è in corso uno studio del territorio per capire in che misura sia stato deturpato e quali sostanze tossiche e radioattive siano state occultate. In definitiva si tratta di un’azione a largo raggio, che mai era stata sviluppata in precedenza, inoltre i sindaci della Locride chiedono un maggior controllo del territorio effettuando un enorme numero di controlli giornalieri”.
Positivo l’esito, sebbene fra le sue parole si possa ancora scorgere una nota di rammarico per i vili atti che continuano ad essere perpetrati a danno degli uomini di Stato, De Raho però si dimostra soddisfatto in quanto non sono dipesi dal numero e dalla qualità dei controlli ma dalla volontà della ‘Ndrangheta di far sentire la propria presenza proprio perché sottopressione.

E’ proprio in questi momenti che non si dovrebbe mollare la presa ma continuare con coraggio il lavoro sinergico fra Stato e cittadini, perchè se è vero ciò che afferma il Procuratore, estirpare la “mala pianta” non sempra più così utopico.

SARA FAZZARI

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