Tutti assolti con alcuni reati caduti in prescrizione. Si è chiuso così il processo d’appello a carico dell’ex presidente di Mps, Giuseppe Mussari, dell’ex direttore generale Antonio Vigni e degli altri ex vertici della banca senese finiti sul banco degli imputati per una serie di irregolarità nelle operazioni finanziarie (i derivati “Alexandria” e “Santorini”, il prestito ibrido “Fresh” e la cartolarizzazione immobiliare “Chianti Classico”) realizzate tra il 2008 e il 2021 dall’istituto di credito allo scopo – secondo l’ipotesi accusatoria – di coprire le perdite legate all’acquisizione di Banca Antonveneta.

La Corte d’Appello di Milano ha assolto tutti gli imputati e anche le banche Deutsche Bank AG, la sua filiale londinese e Nomura. Assolti perché il fatto non sussiste” da alcuni capi di imputazione, dichiarando anche il “non doversi procedere” per altri reati nel frattempo caduti in prescrizione. Sono state, inoltre, revocate le confische agli enti per un totale di circa 150milioni.

giudici hanno insomma annullato la sentenza del primo grado di giudizio che nel novembre 2019 aveva portato alla condanna di tutti i principali imputati: 7 anni e 6 mesi di carcere per Mussari, 7 anni e 3 mesi per l’ex direttore generale Antonio Vigni e 4 anni e 8 mesi per l’ex responsabile dell’area finanza Gianluca Baldassari. Spazzate via anche le multe (64 milioni a Deutche Banck e 88 milioni a Nomura) stabilite nel primo grado di giudizio.

“Finalmente giustizia è fatta”. Così l’avvocato Francesco Centonze, che con la collega Carla Iavarone assiste l’ex dg di Mps Antonio Vigni, ha commentato la sentenza d’appello con cui sono stati assolti, in gran parte nel merito e in parte per prescrizione, tutti e 16 gli imputati. Tutti gli avvocati in aula si sono abbracciati, alcuni si sono commossi e hanno espresso la loro “soddisfazione” coi cronisti. “I giudici sono stati coraggiosi”, ha detto il legale Francesco Isolabella.

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foto pagina fb Banca Monte dei Paschi di Siena