E’ morta di stenti la piccola di 16 mesi trovata senza vita, all’alba di mercoledì nel suo lettino, in un appartamento in via Parea, periferia est di Milano nel quartiere di Mecenate. La bimba si chiamava Diana e per la sua morte è stata fermata la madre, Alessia Pifferi, 37 anni, che deve rispondere di omicidio volontario aggravato dai futili motivi, dall’aver agito con premeditazione e dalla minore età della figlia.
A quanto risulta, la donna sarebbe partita per raggiungere il suo compagno in provincia di Bergamo, lasciando la piccola a casa da sola “per sette giorni” consecutivi, senza assistenza e “assolutamente incapace”, vista l’età, di badare a se stessa, “senza generi alimentari sufficienti” e in condizioni di pericolo: tanto da morire “per stenti” e per mancanza di accudimento.
Questo è quanto emerge alle prime indagini della Squadra mobile e del pm di turno, Francesco De Tommasi. Diana Pifferi era in un lettino da campeggio con vicino un biberon e una boccetta di benzodiazepine, un potente ansiolitico, piena per metà.
I medici legali non hanno riscontrato segni di violenza sul corpo, ma sarà l’autopsia a chiarire se il farmaco o altri elementi possano aver influito sul decesso. A dare l’allarme è stata la madre stessa e pare che il compagno, che non è il padre della bambina, pensasse che la piccola fosse al mare con la zia.
Gli agenti della Squadra Mobile, all’atto del sopralluogo compiuto con gli specialisti del Gabinetto Regionale della Polizia Scientifica, hanno rilevato delle incongruenze che hanno consentito al Pubblico Ministero di procedere all’ interrogatorio raccogliendo dichiarazioni circa un ripetuto stato di abbandono della bambina, determinato dalle condotte della madre.
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