R. e P.
Un progetto profondo per un obiettivo in apparenza non dichiarato, ma riscritto con la chiave dell’attualità e il grimaldello della riflessione all’interno di un pentagramma che il tempo non è riuscito ad ingiallire.
Una premessa doverosa per descrivere un disegno culturale di grande spessore messo nero su bianco, nota dopo nota, da Domenico Rizzuto, trombettista, percussionista e producer nato 35 anni fa a Tropea e con alle spalle una già ragguardevole serie di importanti esperienze, frutto di severi studi musicali. Poi, l’innato genio artistico lo ha portato a una conoscenza profonda del jazz, sostenuta dal desiderio di rielaborarlo in chiave elettronica, senza mai lederne la natura e la portata, anzi arricchendolo di originali contaminazioni.
Non risulta, dunque, casuale la scelta di Vincenzo Staiano – direttore artistico del Roccella Jazz Festival / Nuovo Festival Internazionale del Jazz “Rumori Mediterranei” – nell’individuare in Domenico Rizzuto il musicista in grado di riesumare e di rielaborare in chiave moderna, un brano che Giose Rimanelli aveva dedicato al padre, intitolato “Pàtrema”. Lo scrittore era nato a Casacalenda (Campobasso) e ha vissuto dagli anni ’60 negli States, fino alla morte, sopraggiunta nel 2018 , a 93 anni a Lowell, nel Massachusetts. Professore di letteratura italiana in diverse Università americane, Rimanelli decise di realizzare quel blues nel 1959, abbinandolo con il suo libro “La posizione sociale” (ristampato quest’anno da Rubbettino). L’interpretazione di questo brano da parte di Rizzuto uscirà su tutte le principali piattaforme il 25 agosto.
Il forte legame tra Molise e Calabria è stato ufficialmente sancito l’anno scorso con l’iniziativa dell’Università delle Generazioni di Agnone con il simbolico gemellaggio editoriale tra le due regioni nel nome di Giose Rimanelli.
Partendo dal brano-guida del suo progetto, Domenico Rizzuto, ha riesumato altri quattro brani strumentali scritti dal nonno di Rimanelli, Tony “Slim” Dominick, ombrellaio girovago e apprezzato cornettista: “Lost baby blues”, “Parish prison blues”, “Pink, red and blue”, “Ol man from kalena!”. Rizzuto li ha “riletti” e reinterpretati aggiungendone un sesto, anch’esso strumentale – “Galaxy Express” – che ha scritto personalmente e arrangiato facendo ricorso, come nelle altre esecuzioni, alla tromba elettronica con risultati pregevoli. Dunque, dal Blues al Jazz Elettronico il passo è stato compiuto con maestria, lungo il solco di una tradizione musicale e letteraria che i nostri emigranti hanno saputo suggellare nella grande Confederazione di Stati che li ha ospitati.
Rizzuto salirà domenica 27 agosto sul prestigioso palco dello storico appuntamento del “Roccella Jazz Festival” – giunto alla 43a edizione (dal 26 agosto al 3 settembre) – alla guida del “Domenico Rizzuto Electrojazz Ensemble” nel quale, oltre alla sua presenza (tromba elettronica e arrangiamenti), si segnalano quelle di Elisabetta Mattei (trombone), Aberto Brutti (basso), Fabrizio Ferazzoli (batteria).
Nell’unico brano non strumentale, “Pàtrema”, la voce originale di Giose Rimanelli è stata rielaborata al computer, ma la sera di domenica 27 agosto un ospite speciale, il Maestro Marcello Cirillo – altro calabrese doc di chiara fama, originario di Caulonia – interpreterà il brano dal vivo, arricchendo così in maniera significativa la performance del quartetto, affiancata dalla riedizione di “Una posizione sociale” disponibile per la folta platea del Festival Internazionale di Roccella Jonica che accresce quest’anno il proprio spessore, confermandosi faro musicale del Sud.
di Marino Collacciani
Ufficio Stampa