“Vuole raccontarci un po’ del suo percorso formativo, dalla laurea ad oggi ?”

Mi chiamo Raffaella Onori e sono Biotecnologa con Dottorato Europeo in Microbiologia Molecolare. Ho conseguito il titolo di laureata in Biotecnologie Biomediche dell’Università Insubria di Varese, mentre il titolo magistrale  in biotecnologie mediche e medicina molecolare presso l’Università Statale di Milano. Durante questi primi cinque anni di studio ho svolto diversi progetti . I principali, per esempio, trattavano dello studio e identificazione dei recettori dopaminergici in linfociti umani attraverso della microspia elettronica a scansione o della determinazione del livello di espressione genica di molecole coinvolte nella farmacocinetica e farmacodinamica di farmaci antitumorali. Successivamente , vinsi una borsa di studio di un anno presso l’Istituto clinico Humanitas di Milano. In questo breve periodo , ho collaborato in diversi progetti sullo studio delle malattie infiammatorie croniche intestinali. A questo punto , decisi di entrare in un programma di dottorato e così riuscì a essere selezionata nel corso di medicina sperimentale di Varese. Fu in questo momento che mi innamorai della biologia molecolare applicata alla microbiologia. Il mio progetto di dottorato venne applicato allo studio molecolare epidemiologico e di caratterizzazione dei processi di resistenza e virulenza di “superbugs”, ovvero batteri con profilo di multiresistenza che causano outbreaks nosocomiali. L’ultimo anno della tesi lo trascorsi in Spagna, a Madrid. E, nello stesso centro, trascorsi  i seguenti tre anni di Post-doc.

“Lavorare in Spagna è sicuramente diverso da lavorare in Italia. Quali sono i pregi ed i difetti del lavorare a Madrid?”

Prima di tutto, ci tengo a sottolineare che quello che sto per dire è totalmente basato sulla mia esperienza personale. La ricerca ( il mio settore) soffre di tagli economici come in Italia. Il livello formativo e professionale,  però, lo noto superiore. Dai laboratori privati ai pubblici, dai piccoli ai grandi gruppi le esigenze sono maggiori. In linea generale, la ricerca e la sanità sono meglio organizzate e più efficienti. Purtroppo, arma a doppio taglio, bisogna essere molto bravi per vincere concorsi o bandi . Anche qui ci sono aspetti negativi (favoritismi,posti assegnati a persone specifiche, etc) percè purtroppo il mondo si sta muovendo così però posso affermare che la proporzione è molto bassa rispetto al nostro Bel Paese e in molti casi vince la meritocrazia. Globalmente, si lavora e si vive bene a Madrid

“Qual è stato il suo campo di ricerca, dall’inizio fino ad oggi ? Fare ricerca di Spagna ha difficoltà simili rispetto a fare ricerca in Italia?”

Direi che ho cominciato a fare ricerca “coscientemente” durante il dottorato. Da allora, il mio campo è stata la caratterizzazione molecolare, con diverse tecniche, di microorganismi multiresistenti  (KLEBSIELLA pneumoniae KPC, per esempio) o fortemente virulenti (clostridioides difficile ribotico 027). In più , la mia linea principale nel post-doc è stata la creazione di schemi di diagnostica rapida , applicati a varie tipologie di pazienti. Questi “algoritmi” consistono in un approccio multidisciplinare , con la partecipazione di medici e personale di laboratorio. In riassunto, si lavora con il campione clinico diretto e non appena si registra nel sistema informatico del laboratorio e si effettuano differenti test molecolari, fenotipici e biochimici , in sequenza, con l’obiettivo di diminuire il tempo di ottenimento de risultati del laboratorio di microbiologia e così ridurre in conseguenza il tempo di ricovero, l’uso di antibiotici e il costo socio-sanitario. Ovviamente , con beneficio del paziente. Lavorando in un ospedale prestigioso come il Gregorio Marañón, inoltre, ho potuto collaborare in differenti progetti ( studio della contaminazione ambientale per C.difficile; studio sulla mastide puerperale; trials clinici etc.) . In più, durante lo svolgimento di uno di questi progetti, siamo stati i primi nella storia ad isolare da campione clinico diretto un batterio inusualmente associato a patologie , Skermanella aerolata. Sono molto contenta del percorso fatto , dalle persone conosciute e dei risultati ottenuti, anche se non è una strada fatta di petali e rose

“Lei è anche autrice di diversi articoli di Microbiologia Italia. Cosa l’ha spinta a intraprendere questo percorso editoriale con noi e cosa le piace di più di questo nuovo lavoro?”

Il lato migliore della scienza è quello di poter approfondire continuamente le proprie conoscenze. Non si finisce mai di studiare e imparare. Però la cosa più bella  è poter condividere il sapere e farlo nel modo più diretto possibile. Molto spesso i concetti non arrivano a chi abbiamo accanto perché manca la familiarità delle parole (tralasciando le fake news che invadono il web) . Ecco , microbiologia Italia tiene questa importante missione: far arrivare nel modo più comprensibile possibile la microbiologia a ogni tipo di pubblico, senza perdere qualità ! Microbiologia Italia mette in contatto  varie figure professionali e studenti! E’ un sito ben organizzato, efficiente e giovane! Tutto questo mi ha spinto  a intraprendere questo nuovo percorso !

“Se potesse tornare in Italia lo farebbe, e perché ?”

Attualmente, no, non tornerei. Sono grata per l’istruzione ottenuta: ho sempre avuto ottimi docenti e colleghi , che hanno un posto speciale nel mio cuore. Chissà un giorno, se cambiassero le mie esigenze e la forma di vivere la scienza in Italia. Chissà….Qui dicono “la vida da muchas  vueltas” (la vita fa molti giri). Mi manca la mia famiglia. Mi manca il mio mare. Però, la vita mi ha portata fin qui per raggiungere i miei obiettivi. In Italia, non potrei realizzarli al momento.

“Che consiglio vuole dare a tutti i laureati che vogliono andare a vivere e lavorare in Spagna nel settore della biologia /biotecnologie?”

Parlerò sempre basandomi sulle mie esperienze. Il mondo della ricerca è difficile. Bisogna essere coscienti che si va avanti di borsa di studio in borsa di studio, di progetto in progetto. Non c’è la stabilità immediata. Come in molti altri lavori, d’altra parte. E, molto spesso, la figura del “biologo” ha molti meno diritti di altre figure , a parità di responsabilità . Riassumendo, nessun luogo è la terra promessa. Riuscire a trovare un posto nel mondo dipende in gran parte dall’attitudine , dalla passione e dalle priorità di ogni persona. Però consiglio vivamente a qualsiasi giovane che si sta formando di svolgere periodi all’estero. Vivere nuovi luoghi arricchisce veramente tanto, intellettualmente e umanamente.  In conclusione la Spagna ha solo una marcia in più rispetto all’Italia, ecco. Però il segreto sta nelle persone che la costituiscono !

fonte:  https://www.microbiologiaitalia.it/interviste/una-spagna-per-giovani-ricercatori-lesperienza-della-dott-ssa-onori/