Avrebbe distratto e dissipato dei beni per tre milioni e mezzo da una società di vigilanza privata dichiarata fallita dal Tribunale di Catanzaro nel corso del 2019, con un passivo ammesso di oltre 47 milioni; falsificando anche i libri e le scritture contabili, in modo da non rendere possibile la ricostruzione del movimento degli affari; e così facendo danneggiando i creditori,
È quanto contesta il Gip del capoluogo di regione che stamani ha firmato l’ordinanza con cui le fiamme gialle hanno proceduto all’arresto di un imprenditore, ritenuto l’amministratore di fatto dell’azienda, che è finito ai domiciliari.
Allo stesso è stato anche notificato un divieto di esercitare attività di impresa e di ricoprire cariche sociale in imprese e persone giuridiche per un anno.
La Procura di Catanzaro gli contesta in pratica i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale, documentale e preferenziale (in concorso con un’altra persona), oltre che la dichiarazione fiscale infedele e omessa e l’autoriciclaggio.
Contestualmente è stato disposto il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie, beni immobili e mobili registrati per un valore complessivo di circa 5 milioni.
Gli accertamenti, condotti dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria/Gruppo Tutela Economia della Guardia di Finanza, fanno ritenere che l’imprenditore abbia presentato una dichiarazione de redditi fiscali falsa per gli anni 2016 e 2017 e non l’avrebbe affatto presentata per il 2018. Da qui una presunta evasione delle imposte sui redditi per circa un milione e mezzo di euro, e la contestazione dell’autoriciclaggio che sarebbe avvenuto col reinvestimento dei proventi considerati illeciti in attività economiche di commercializzazione di orologi e beni preziosi di lusso.
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