La Seconda Sezione Penale del Tribunale di Catanzaro ha emesso sedici misure con cui ha applicato la Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza a carico di altre persone residenti sia nel capoluogo che in provincia, e indiziate dei reati di atti persecutori e di maltrattamenti contro familiari o conviventi.

I giudici hanno così accolto le proposte avanzate dal Questore di Catanzaro, scaturite da approfondite ed accurate attività istruttorie condotte dalla Divisione Polizia Anticrimine.

Delle sedici misure, tredici sono state irrogate nel primo semestre di quest’anno e tre solo in questo mese. I destinatari, quindici italiani e uno straniero, a cui sono stati anche ritirati i documenti di identità validi per l’espatrio, dovranno ora osservare una serie di obblighi e divieti previsti dalla legge, compreso il divieto di avvicinamento alla parte offesa ed ai luoghi frequentati dalla stessa.

Otto provvedimenti sono stati disposti per l’ipotesi di maltrattamento: si tratta di un 68enne al quale è stata applicata la misura di un anno; di un 59enne per cui la misura è di due anni; di un 45enne sottoposto alla sorveglianza per tre; di un 51enne al quale è stata applicata la misura di due anni; e di un 41enne per il quale sono stati previsti due anni.

Per altre tre persone è stato disposto anche l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza: si tratta di un 29enne al quale è stata applicata la misura di un anno; di un 34enne al quale è stata applicata la misura di un anno e sei mesi; e di un 50enne per il quale sono stati disposti due anni.

Altre otto Sorveglianze Speciali sono state applicate invece per atti persecutori. Misure che hanno interessato un 74enne (2 anni e 6 mesi); un 64enne (2 anni); una donna di 49 anni (2 anni); un 75enne (3 anni); un 45enne (3 anni); uno straniero di 58 anni (2 anni); un 60enne (3 anni); un 47enne (2 anni più l’applicazione del braccialetto elettronico).

Secondo gli investigatori i reati contestati sarebbero stati ripetuti nel tempo e avrebbero colpito familiari o ex conviventi; in alcuni casi le vittime sarebbero stati anche i figli in tenera età.

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