È stato inaugurato questa mattina l’anno giudiziario del distretto calabrese. La cerimonia che si è svolta a Catanzaro è stata aperta dal presidente facente funzioni della Corte d’Appello di Catanzaro, Gabriella Reillo, che nella sua relazione ha affrontato il cambiamento in vista nel sistema giudiziario dovuto alle novità della riforma Cartabia. “Ancora una volta, come puntualmente accade dagli anni ’90, la massima attenzione è stata rivolta al processo e alla modifica delle regole che lo disciplinano, con polemiche a volte aspre su singoli aspetti, dimenticando che negli ultimi dieci anni si sono avuti quasi 20 interventi sulla normativa processuale sia nel settore penale sia in quello civile di cui almeno due classificate come ‘grandi riforme’. Purtroppo – ha aggiunto – quanto manca alla politica sulla giustizia è una cultura ‘di sistema’ che parta da dati concreti, rilevati sul territorio, e che si faccia carico di effettuare proiezioni di fattibilità, rispetto agli organici ed alle dotazioni nonché alla conseguibilità degli obiettivi enunciati”.
In particolare, il magistrato ha affrontato il tema dei tempi procedurali introdotto dalla riforma Cartabia: “Devo rilevare – ha detto Reillo – che anche questa riforma è permeata dall’illusione di ridurre i tempi processuali, civili e penali, attraverso una riduzione dei termini. Sembra non ci si renda conto che i tempi processuali non sono ritardati da termini eccessivamente lunghi bensì dall’eccessivo carico giudiziario che si abbatte sulle procure e tribunali, dalle endemiche e rilevanti scoperture degli organici, dal collo di bottiglia che si verifica nelle corti di Appello quanto a sopravvenienze e risorse per la la loro evasione”. Negli uffici della Corte d’Appello di Catanzaro, secondo il vicario, si affrontano anche 200 processi ad udienza. Una mole di lavoro che gli attuali software e gli strumenti digitali in dotazione ai magistrati calabresi non riescono a supportare.
Il presidente Reillo ha portato l’attenzione anche sui temi sui quali si sono incentrati i procedimenti penali affrontati nel corso dell’anno: “Anche quest’anno l’attività nel settore penale è stata incentrata in maniera preponderante sui procedimenti aventi a oggetto delitti di competenza della Dda essendo elevato il numero dei maxiprocessi per reati di associazione a delinquere di stampo mafioso e di associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti nonché vari reati-fine. Tale situazione si pone in diretta e immediata correlazione con il fenomeno della presenza e proliferazione sul territorio di forme complesse di criminalità organizzata. Sul punto sono dettagliate le indicazioni del procuratore distrettuale che rileva come la ‘ndrangheta operante nel territorio del Distretto di Catanzaro è direttamente interessata dalle dinamiche di gruppi criminali operanti nel Nord Italia, che costituiscono proiezione delle cosche di origine e con cui, pur in presenza di una autonomia operativa, mantengono salde le relazioni. Dal punto di vista dell’intervento giudiziale i procedimenti iscritti nell’anno per il delitto di cui all’articolo 416 bis sono stati 69, di poco superiori rispetto ai 67 dell’anno precedente, mentre si registra una flessione dei procedimenti iscritti per il delitto di cui all’articolo 74 Dpr 309/90, pari a 68, rispetto ai 93 dell’anno precedente. Sono state avanzate 206 richieste di misure cautelari personali che hanno riguardato 1.126 indagati, di cui 952 per reati di competenza della Dda”.