Si sono celebrati questa mattina, nella cattedrale di Cartone, i funerali di Taisija la bambina ucraina di 5 anni investita ed uccisa domenica sera scorsa, a Cantorato , nella zona periferica di Crotone, dove era stata accolta insieme alla sua famiglia sfuggendo dalla guerra in corso nel suo Paese ma trovando purtroppo la morte nella nazione che avrebbe dovuto garantirle la salvezza.

E di guerra ha parlato padre Vasyl Kulynyak, che ha celebrato le esequie insieme ad altri sacerdoti, con rito sia cattolico che ortodosso, in ucraino ed in italiano, indicando la vittima innocente come un simbolo di pace.

Nella sua omelia il sacerdote ha ringraziato coloro che hanno portato un concreto aiuto e sostegno alla famiglia della bambina e alla comunità crotonese che sta accogliendo ed aiutando i profughi che fuggono dagli orrori della guerra.

È tornato, poi, sulla tragedia di domenica  affermando che, forse, ciò che è accaduto si sarebbe potuto evitare e sostenendo come il 18enne che è ora in carcere con l’accusa di aver investito sia la piccola che un altro ragazzo sedicenne , avesse dei comportamenti da “bullo”.

Kulynyak ha anche affermato che, da cristiani, non è possibile stare inermi davanti a simili tragedie, ma si ha il dovere di agire e prevenire il male e difendere le persone più deboli, come la piccola Tisija falciata ai bordi di una strada.

Il sacerdote ha ricordato poi il tragico destino della piccola, sfuggita alle bombe del suo Paese, insieme alla famiglia, per poi trovare tragicamente la morte a Crotone, che l’aveva accolta insieme ad altri connazionali.

La piccola bara bianca, sormontati da fiori dello stesso colore, in un passaggio della cerimonia ha visto quello che è definito “l’ultimo bacio” alla bambina, prima da parte dei sacerdoti celebranti e poi dalla famiglia della bimba.

Una folla di fedeli ha accolto la piccola bara bianca, i genitori ed i familiari, sia al momento dell’ingresso nel Duomo, sia quando ha lasciato la chiesa per il suo ultimo viaggio terreno, accompagnato da palloncini che sono stati fatti volare in cielo.

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