Dopo lo stop utile a far esaminare il caso alla Corte Costituzionale torna in appello il processo per l’omicidio di Gianluca Congiusta, assassinato la sera del 24 maggio 2005. Il procedimento penale, che vede alla sbarra il boss sidernese Tommaso Costa riprenderà lunedì 13 marzo dopo che, dal 18 marzo dello scorso anno, era stato interrotto su richiesta dei pg Domenico Galletta e Antonio De Bernardo. All’epoca, infatti, la Procura aveva sollevato una questione di legittimità legata alle norme che regolavano l’utilizzo delle famose lettere inviate dal carcere da Costa. In queste missive, secondo l’accusa, ci sarebbe la prova del movente maturato in Costa di uccidere il giovane imprenditore sidernese, delitto che gli è costato un ergastolo in appello poi annullato con il rinvio dalla Cassazione. Secondo gli inquirenti, infatti, Congiusta sarebbe morto per essere venuto a conoscenza di un tentativo di estorsione perpetrato da Costa ai danni del suocero Antonio Scarfò, del quale nessuno doveva sapere. Con il processo di appello bis, le lettere su cui la procura contava non potranno essere utilizzate poiché la Corte Costituzionale ha dichiarato le norme che si opponevano all’utilizzo delle missive durante il procedimento penale, legittime per l’ordinamento italiano.
Fonte: Cronache delle Calabrie

Fonte: Cronache delle Calabrie