Non è cocaina, gli stupefacenti amati soprattutto dai vip, dai professionisti, che si smerciano nei locali della movida (inevitabilmente di tutte le stagioni) e nelle serate della dolce vita, ma è richiestissima e prodotta su vasta scala. Anche in Aspromonte. E, dato prioritario, consente affari d’oro alla catena criminale che si nasconde dietro: i coltivatori, i rifornitori, i corrieri, i pusher. Soldi, tanti soldi, per tutti. Parliamo della marijuana (la sostanza psicoattiva che si ottiene dalle infiorescenze essiccate delle piante femminili di cannabis). Proprio in estate le coltivazioni di marijuana esplodono, e contestualmente i blitz dei segugi della “Narcotici”

A riportare la notizia Francesco Tiziano su gazzettadelsud.it

L’estate è la stagione clou per la maturazione delle piante di marijuana. A darne vita e velocizzarne la crescita è il sole cocente e le temperature alte del periodo; decisiva l’irrigazione dei campi che “l’organizzazione” assicura allestendo impianti di artigianali ma perfettamente efficienti anche negli anfratti di montagna, di collina, di boscaglia individuati per la coltivazione.
Le piantagioni in posti sperduti dall’uomo, ma ideali per i clan della marijuana. In Aspromonte, e di angoli dimenticati dall’uomo ce ne saranno a migliaia dalla Tirrenica alla Locride, le coltivazioni non si sono contano. Decine e decine. Un’infinità di terreni in grado di assicurare guadagni cospicui.

A Giffone e San Pietro di Caridà gli ultimi due blitz dei Carabinieri del comando provinciale di Reggio Calabria: l’ennesima conferma per gli analisti della Procura antimafia e degli apparati investigativi che la marijuana resti ancora oggi, e sempre in crescendo, uno dei business più ricercati dalla malavita. Gente che opera con la benedizione delle cosche, in sinergia con i luogotenenti delle ‘ndrine. Non sempre affiliati o militanti delle cosche, ma sicuramente vicini alle organizzazioni della criminalità organizzata.