Prorogare stato di emergenza. O almeno sarebbe utile farlo. Lo sostiene Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria, interpellato da “Il Giornale”.
“La pandemia purtroppo non è un brutto ricordo, è ancora tra noi – ha detto Occhiuto – ed è quindi importante che il Paese e soprattutto le Regioni possano avere a disposizione gli strumenti necessari per contrastare in modo efficace il virus, e per continuare a correre sulle vaccinazioni”.
“La struttura del generale Figliuolo, ad esempio, è una ricchezza che va assolutamente preservata. Per questo ritengo possa essere utile, in questa particolare fase, prorogare ancora per qualche mese lo stato di emergenza”.
In un intervista al Foglio, Occhiuto ha invece parlato del probabile passaggio in zona gialla della Calabria.
“Il numero dei contagi non è altissimo come in altre Regioni, è il deficit strutturale che ci porta in zona gialla. Ma non è facile colmare i ritardi derivanti da 12 anni di commissariamento della sanità, nei quali né si è ridotto il debito, né si è aumentata la qualità delle prestazioni”, ha detto il presidente della Regione che ha poi ricordato come con il possibile passaggio in zona gialla “cambierà poco, perché le restrizioni riguardano solo i non vaccinati, e torna l’obbligo di mascherina anche all’aperto. Ma questa misura l’abbiamo già reintrodotta qualche giorno fa. È giusto però che i calabresi prendano coscienza del fatto che, con un sistema sanitario fatiscente come il nostro, dobbiamo stare più attenti degli altri”.
Ha quindi fatto accenno alle attività messe in campo, come l’uso di “strutture del generale Francesco Paolo Figliuolo, un supporto prezioso, soprattutto per incrementare la campagna vaccinale. Quanto alle terapie intensive il problema non riguarda gli spazi e le attrezzature, ma i medici. Di anestesisti e rianimatori ce ne sono davvero pochi”.
E per Occhiuto “a causa del commissariamento e del piano di rientro non abbiamo potuto procedere ad assunzioni a tempo indeterminato. Diventa quindi difficile trovare personale che venga a lavorare da noi per qualche mese, quando altre Regioni o anche strutture private offrono contratti migliori. Per questo ho chiesto alle università di poter ricorrere quantomeno agli specializzandi in medicina al quarto anno, che possono svolgere, in affiancamento, funzioni di assistenza”.
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