«Rispetto alle superiori, il governo ha fatto tutto quello che poteva e gli impegni li ha mantenuti grazie anche al lavoro importante dei prefetti e della comunità scolastica». Intervistata dal Corriere della Sera, la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina contrattacca: «molte Regioni si sono sfilate dall’accordo sulla riapertura – dice – e sarebbe bene che le famiglie e gli studenti capissero perché».

Secondo Azzolina, «si chiude prima la scuola perché socialmente è stata messa nel fondo dello sgabuzzino. Devono spiegarmi perché, dove è quasi tutto aperto, gli studenti al pomeriggio possono andare a prendere l’aperitivo, mentre non possono andare in classe con la mascherina, l’igienizzante e i banchi separati. Il punto è culturale, non sanitario».

«Il governo ha fatto la sua parte – osserva la ministra – alcuni presidenti non si rendono conto che chiudendo le scuole producono un danno economico al Paese, che pagherà la mancanza di competenza dei suoi giovani. Ma è anche un danno umano e relazionale. Rivendico l’idea della Dad, ma non potrà mai sostituire la didattica in presenza. Ricevo lettere di studenti molto arrabbiati, apatici, delusi o che si sentono trattati da untori. C’è un’indagine dell’ordine degli psicologi molto preoccupante sulla chiusura prolungata».

«Rispetto l’opinione di tutti ma non si può usare la scuola come terreno di scontro politico. Devono capire che la scuola è un’ancora di salvezza per famiglie disagiate – prosegue Azzolina – e se condannano migliaia di studenti all’abbandono, se ne assumeranno la responsabilità». Quanto alla proposta di vaccinare i docenti, Azzolina osserva che «il governo e il commissario Arcuri stanno facendo un ottimo lavoro. Il piano lo ha deciso la Salute e si prevede che in una prima fase si vaccinino i sanitari e i nostri nonni. Dopo ho chiesto e ottenuto che tocchi al personale scolastico»

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