Un dossier trapelato dall’intelligence “Five Eyes” sostiene che la Cina ha mentito al mondo sulla trasmissione da uomo a uomo del coronavirus, ha fatto sparire i medici che per primi avevano lanciato l’allarme e ha rifiutato di consegnare campioni del virus in modo che l’Occidentale potesse realizzare un vaccino. Il documento esplosivo da 15 pagine indica anche che alcune delle 5 agenzie di intelligence che compongono l’alleanza credono che il virus potrebbe essere fuoriuscito dall’Istituto di Virologia di Wuhan, una teoria inizialmente scartata perché le autorità cinesi insistono nel sostenere che il virus provenga dal mercato di animali locale, secondo l’Australian Daily Telegraph. Allo stesso tempo, una fonte dell’intelligence ha dichiarato a Fox News che mentre la maggior parte della agenzie di intelligence crede che il coronavirus abbia avuto origine nel laboratorio di Wuhan, “si ritiene che sia stato rilasciato in maniera accidentale”.
Il rapporto della rete di intelligence di Stati Uniti, Regno Unito, Australia, Nuova Zelanda e Canada ha definito l’ambigua gestione del virus da parte della Cina come un “attacco alla trasparenza internazionale”. Il documento descrive come la Cina abbia sottovalutato l’epidemia nel mondo mentre tentava di sotterrare ogni traccia della malattia nel Paese, per esempio censurando le crescenti prove dei portatori asintomatici del virus e ostacolando le richieste di campioni da parte di altri Paesi. L’1 gennaio, senza alcuna indagine sul luogo di origine del virus, il mercato di animali vivi di Wuhan è stato chiuso e disinfettato. Il New York Times ha riportato che i singoli animali non sono stati sottoposti a tampone, “eliminando le prove di quale animale avrebbe potuto essere la fonte del virus e quali persone fossero state infettate ma sopravvissute”. La commissione di sanità dell’Hubei ha ordinato alle aziende di genomica di smettere di condurre test per il nuovo virus e di distruggere tutti i campioni. Il 3 gennaio, la principale autorità sanitaria della Cina ha ordinato che i campioni di polmonite di Wuhan fossero spostati in strutture designate per i test o distrutti, mentre imponeva l’ordine di non pubblicare nulla che fosse relativo alla malattia.
Pechino ha iniziato a censurare anche i motori di ricerca già a dicembre per fermare le ricerche su internet relative al virus, oltre ad aver messo a tacere i principali critici, secondo il rapporto. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) si è allineata alle dichiarazioni della Cina e ha anche negato la trasmissione umana del virus nonostante la preoccupazione dei Paesi vicini. I dottori che con coraggio hanno deciso di parlare del nuovo virus sono stati arrestati e condannati. Haung Yan Ling, ricercatrice dell’Istituto di Virologia di Wuhan, ritenuta la paziente zero della pandemia, è misteriosamente scomparsa e la sua biografia è stata cancellata dal sito web del laboratorio. L’istituto ha negato che sia stata definita “paziente zero” e ha affermato che è viva, ma non si hanno più notizie di lei da allora.
Le informazioni dell’intelligence dimostrano che la Cina aveva “le prove della trasmissione da uomo a uomo da dicembre”, ma ha continuato a negare che potesse diffondersi in questo modo fino al 20 gennaio, secondo il dossier. Il documento indica anche che la Cina ha imposto divieti di viaggio in tutto il Paese, ma ha continuato a dire al resto del mondo che tali divieti non erano necessari.
Il Daily Telegraph afferma anche che, stando al rapporto d’intelligence, “figure-chiave del laboratorio di virologia di Wuhan in passato hanno lavorato o fatto tirocinio in laboratori del governo australiano“, dove “hanno condotto ricerche su virus ricavati da pipistrelli, cercando per sintesi di ottenere dei coronavirus incurabili“. Tuttavia, The Indipendent fa notare che nel documento c’è poco che non sia già di dominio pubblico e come non ci sia niente che supporti in maniera decisiva le affermazioni di Donald Trump sul fatto che la malattia abbia avuto origine in un laboratorio scientifico.
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