Il gruppo parlamentare di Forza Italia della Camera dei Deputati, con l’on. Francesco Cannizzaro tra i primi firmatari e promotori, ha presentato oggi pomeriggio un’interrogazione a risposta scritta al Presidente del Consiglio, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali rispetto alla situazione di parrucchieri e centri estetici. “Premesso che – si legge nell’interrogazione – il volume di affari prodotto attualmente da queste attività è di circa 6 miliardi di euro e si basa sul lavoro di oltre 263 mila addetti in 130 mila saloni dedicati al benessere, con un 90% di casi di piccolissime unità che occupano in media 2 lavoratori a salone che generano bassi fatturati, appena sufficienti a garantire la gestione giornaliera dell’esercizio, i saloni di acconciatura ed estetica, come numerose altre attività produttive, non solo continuano a rimanere chiusi da due mesi ma non hanno neanche una data di massima entro la quale ipotizzare una riapertura”.

“A fronte di perdite giornaliere che possono essere quantificate in 16 milioni al giorno, se non dovesse essere prevista una riapertura in tempi brevi, saranno circa 50 mila le imprese del settore che rischiano di dover chiudere per sempre, producendo rilevanti effetti sia in termini economici che sociali. Eppure il settore è in grado di darsi delle regole igienico-sanitarie rigorose, oltre a quelle già applicate come l’utilizzo del monouso, la sterilizzazione delle attrezzature e la sanificazione degli ambienti”.
“Alla luce di questa situazione – conclude l’interrogazione – è quanto mai necessario che il Governo individui quanto prima una data per la riapertura di saloni di acconciatura ed estetica”.
L’on. Francesco Cannizzaro aveva già anticipato nei giorni scorsi la presentazione dell’interrogazione, rilanciando le esigenze di un settore duramente colpito dalla crisi e che ragionevolmente è già nelle condizioni di riaprire in piena sicurezza in modo particolare nelle Regioni del Sud che già da settimane hanno azzerato il contagio, in cui quindi l’ulteriore prolungamento delle chiusure appare inspiegabile alla luce di una situazione epidemiologica assolutamente tranquilla.