Due persone sono state segnalate all’autorità giudiziaria per presunte violazioni alle norme ambientali; sequestrate poi delle opere realizzate per scaricare direttamente nel suolo i residui della lavorazione delle olive; in un caso più grave, ed in attesa degli altri accertamenti, sono state sospese delle attività imprenditoriali con il contestuale sequestro di circa 200 chili di pellet e quasi un quintale di nocciolino di ulivo. Elevate, infine, delle sanzioni amministrative per circa 15mila euro.
È questo il bilancio di una serie di controlli eseguiti dai Carabinieri del Comando Provinciale, del Gruppo Forestale e del Nil di Vibo Valentia, in alcune aziende del settore oleario.
L’avvio della stagione della raccolta delle olive rende infatti particolarmente importante il monitoraggio dei numerosi frantoi della provincia poiché le varie fasi di lavorazione e trasformazione della materia prima devono, oltre ad essere autorizzate, rispondere a specifici criteri fissati dalle normative ambientali e di settore.
Al termine delle verifiche fin qui effettuate, i militari – coordinati dalla Procura della Repubblica, guidata dal Procuratore Camillo Falvo – hanno riscontrato, in due casi, la presenza di condotte realizzate artigianalmente, dei cosiddetti bypass per scaricare nel terreno le acque di vegetazione in modo, evidentemente, con conforme alle norme. Situazioni che potrebbero integrare il reato di abbandono di rifiuti.
In un frangente, poi, oltre alla mancanza di qualsiasi autorizzazione all’esercizio dell’attività è stata rilevata la realizzazione, in un’area attigua, e nella disponibilità del titolare del frantoio, di un laboratorio per la produzione di pellet del quale non è stata fornita alcuna documentazione che ne attestasse anche qui l’eventuale autorizzazione. In questo caso è stata quindi contestata anche l’immissione incontrollata di fumi nell’atmosfera. Scoperti anche, e nel complesso, tre lavoratori non regolarmente assunti.
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