Ieri, da “Calabria Verde”, l’Azienda regionale che si occupa della prevenzione e delle politiche della forestazione, arriva un accorato appello rivolto a tutti i cittadini invitandoli a sentirsi una “Sentinella dei Boschi”, segnalando tempestivamente ogni incendio o principio di incendio. Non è possibile assistere inermi, ancora oggi, allo sviluppo di “oltre 100 incendi al giorno” ben sapendo che la situazione potrebbe essere tranquillamente sotto controllo. Occorre uscire dalla cultura dell’emergenza ed investire nella prevenzione, programmazione e pianificazione.

Le statistiche evidenziano che, in Italia, gli incendi sono sempre più “boschivi”. La percentuale di superficie bruciata annua in aree boschive sul totale della superficie percorsa da incendi in tutti i tipi di vegetazione (bosco, pascoli, aree agricole, etc.) è aumentata in modo lineare dalla fine degli anni 70’ al 2018 (European Forest Fire Information System). Con la lotta senza quartiere ad ogni focolaio di incendio, si è preferito combattere i sintomi di un fenomeno complesso piuttosto che affrontare la patologia (l’incendio) e le sue cause. Eppure, la ricerca scientifica avverte da tempo che “l’estinzione del fuoco è la risposta, ma non è la soluzione”.

«Per contrastare gli incendi boschivi – afferma Francesco Cufari, presidente della Federazione degli Ordini dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali della Calabria  non bastano solo maggiori investimenti per la lotta attiva (attività di spegnimento). Infatti, studi internazionali parlano ormai apertamente delle “fragilità del modello di soppressione” e consigliano di superare la regola del “controllo” favorendo lo scenario del “fire management” e costruendo una società in cui il governo del fuoco possa convivere con la popolazione senza provocare “disastri”. Le attuali modalità di contrasto degli incendi non possono ridursi a semplici procedure, anche se teoricamente adeguate, ma è necessario intervenire attraverso la comprensione locale del problema preparando strategicamente ogni luogo ad essere meno esposto al fuoco. Dobbiamo pensare al nostro territorio come ad un organismo: se ben mantenuto ed in salute, può reagire in modo efficace ed efficiente alle avversità esterne».

Andrea Bellusci, Dottore Forestale e vice presidente dell’ordine di Cosenza introduce il concetto di “Fire Smart Territory” (FST): «Bisogna puntare sugli investimenti nella prevenzione, con campagne di educazione e sensibilizzazione, con la realizzazione di opere specifiche (viali parafuoco, invasi per l’acqua), con la manutenzione della viabilità forestale e rurale, con la gestione attiva delle superfici forestali, con l’applicazione di pratiche agro-pastorali corrette (diradamenti, pulizia del sottobosco). In pratica è necessario studiare una regolare pianificazione e programmazione del territorio attuando operazioni sostenibili che garantiscano una migliore crescita del bosco in termini volumetrici e di stabilità degli alberi, una maggiore resistenza alle avversità come il fuoco e una sua pronta resilienza (la capacità di ripresa dopo un evento sfavorevole)».

Quindi, sarebbe auspicabile che tutti i comuni calabresi mettessero in pratica il catasto delle aree boschive percorse dal fuoco, con una loro corretta e rigorosa perimetrazione, così da scongiurare ogni possibile speculazione magari effettuando, anche a livello regionale, la redazione della Carta del Rischio Pirologico estivo e invernale e la Carta dei Tipi Forestali.

«Diventa, pertanto di particolare importanza – conclude Cufari – la redazione dei Piani di Gestione Forestale che, tradotti in gergo comune, sono i piani regolatori del bosco, destinati alla pianificazione delle risorse silvo-pastorali. In questo modo si agevolerebbe la realizzazione degli interventi boschivi sostenibili e si favorirebbe la pianificazione, ovvero l’unico strumento efficace per prevenire gli incendi. E come scriveva ieri lo scrittore Gioacchino Criaco: “Non è un giardino da tenere come una cartolina… non è il lume finto sopra il camino, è una lampada che illumina la strada».