Blitz all’alba della Guardia di finanza. Le Fiamme gialle di Asti, sotto il coordinamento della locale Procura della Repubblica e l’impiego di 120 finanzieri in Liguria, Lazio, Abruzzo, Campania e Calabria, hanno smantellato un’organizzazione criminale composta da un “broker astigiano” e da imprenditori romani, napoletani e calabresi.

Gli indagati sono ritenuti responsabili di aver esportato gasolio per autotrazione, destinato invece ad essere ceduto “in nero” all’interno del territorio nazionale evadendo l’imposta.

Sono nove le misure cautelari eseguite dagli uomini della Guardia di finanza, di cui quattro in carceretre ai domiciliari, e due obblighi di presentazione alla Polizia giudiziaria.

Contestualmente sono stati sequestrati per equivalente tre motrici, tre rimorchioltre a quote societarie ed un automezzo per un valore di 180 mila euro pari all’accisa ed all’Iiva evase nel corso di sei spedizioni di prodotto.

IL MODUS OPERANDI

Da quanto ricostruito il primo passo era la costituzione di una finta società a responsabilità limitata usata come destinataria formale del gasolio, di proprietà di una società ubicata negli Emirati Arabi Uniti, stoccato in un deposito doganale a Vado Ligure.

La Srl provvedeva alla falsa esportazione, presentando allo spedizioniere la documentazione che attestava la cessione via terra del carburante estratto dal deposito di Vado. Nella documentazione il prodotto transitava dalla Croazia a una società albanese (anch’essa inesistente).

L’operazione si chiudeva con l’invio allo spedizioniere di documentazione artefatta, che attestava la destinazione in Albania, passando dal “corridoio di Neum”, la striscia di terra lunga 9 chilometri che separa in due parti il territorio della Repubblica di Croazia. Un territorio che per la particolare conformazione geografica e politica prevede peculiari procedure semplificate.

L’organizzazione, per chiudere formalmente la bolletta doganale all’esportazione, non potendo presentare documenti attestanti l’effettiva uscita dal territorio UE del gasolio per autotrazione con visto rilasciato delle autorità doganali croate, e potendo presentare prove alternative, dichiarava che il prodotto petrolifero era transitato nel territorio di Neum senza essere stato oggetto di controlli doganali in uscita, consentendo così la definizione della procedura doganale

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