Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, concludendo il dibattito sulla riforma dei Consorzi di bonifica, ha annunciato il ritiro della questione di fiducia – riferisce un’agenzia ANSA -, ribadendo però la propria volontà di ottenere sul provvedimento “una larga maggioranza”.

“Non ho alcuna intenzione – ha detto il Governatore – di mostrare i muscoli, soprattutto nei confronti di una maggioranza che è sempre stata leale nei miei confronti. La mia ambizione è quella di fare cose importanti. È vero che parlo direttamente ai calabresi – ha aggiunto Occhiuto facendo riferimento a quanto affermato dal consigliere Lo Schiavo – ma non vorrei che si instaurasse una divisione manichea tra ‘buoni’ e ‘cattivi’. Ho ricevuto spesso dai consiglieri di opposizione delle buone idee che ho cercato di trasformare in iniziative politiche. In questo senso vorrei che ci fosse onestà intellettuale da parte di tutti. C’è una parte dell’opposizione che interpreta in maniera ideologica il rapporto tra Consiglio e Governo regionale, e soprattutto tra Consiglio regionale e problemi della Calabria. C’è modo e modo di fare il consigliere regionale e c’è modo e modo di essere anche all’opposizione. E se l’impedimento a votare la Riforma è quello della questione di fiducia, bene adesso quell’impedimento non c’è più. A questo punto spero che questa legge sia condivisa da tutti quelli che in questo Consiglio regionale ritengono che è una buona cosa la riforma dei consorzi di bonifica, nel senso di una riduzione dei costi e di creare unico centro di acquisto, facendo funzionare il sistema della bonifica”.

Subito dopo, il Consiglio regionale ha approvato a maggioranza, per come emendato e con l’autorizzazione al coordinamento formale, la proposta di legge, d’iniziativa della Giunta, sulla riforma dei Consorzi di bonifica, denominato “Disciplina in materia di ordinamento dei Consorzi di bonifica e di tutela e bonifica del territorio rurale”. L’approvazione è avvenuta per appello nominale su richiesta del consigliere Raffaele Mammoliti, del Pd. Hanno votato a favore i 21 consiglieri della maggioranza di centrodestra e due consiglieri della minoranza, Ferdinando Laghi, del gruppo De Magistris presidente, e Francesco Afflitto, del Movimento 5 stelle. Contrari tutti gli altri.


R. e P.

Il gruppo del Pd ha votato no alla riforma dei Consorzi di bonifica imposta da Occhiuto. «Si tratta di un provvedimento sbagliato nel merito e nel metodo che svilisce il ruolo del Consiglio regionale»

 

Il gruppo del Pd in Consiglio regionale ha votato no alla riforma dei Consorzi di bonifica imposta da Roberto Occhiuto con una evidente forzatura determinata dall’apposizione della questione di fiducia.

«Con questa scelta – ha spiegato il capogruppo Mimmo Bevacqua nel corso del suo intervento a nome dei consiglieri dem – ha determinato  suo de profundis del ruolo del Consiglio. Porre la fiducia su una materia come quella dei consorzi che difficilmente potrebbe essere inquadrata tra le materie di interesse diffuso per la collettività, vuol dire far diventare il meccanismo una regola da utilizzare per qualsiasi materia e non un istituto straordinario ed eccezionale. È questo l’aspetto più grave e sconcertante della giornata odierna: silenziare il dissenso, cancellare il dibattito significa piegare l’istituzione democratica al volere dell’uomo solo al comando. E in tale contesto – ha proseguito Bevacqua – al di là della sua irricevibilità nella forma, la proposta di riforma sui Consorzi presenta dubbi, perplessità e criticità nel merito. È nel merito che, da settimane, si è aperto un dibattito con posizioni chiare e nette. Anche noi diciamo basta a Consorzi mal gestiti, ma da 4 anni chi c’è alla guida del governo di questo settore? Cosa è stato fatto in termini di programmazione e controllo per dare risposte a chi chiedeva supporto e sostegno?».

Il capogruppo ha poi ricordato la proposta di riforma presentata dal Pd durante le scorse settimane che neanche è stata esaminata in Commissione come pure il regolamento prevede.

«Avevamo provato – ricorda Bevacqua – a coinvolgere i sindacati e i rappresentanti degli stessi Consorzi per arrivare ad una riforma, necessaria e urgente, ma in modo condiviso e ascoltando opinione e proposte di tutti gli attori coinvolti. Il governatore, invece, ha voluto proseguire a colpi di accetta. E la domanda che tanti di noi si stanno ponendo in questi giorni è: qual è il reale  motivo per il quale si decide di tagliare e impedire ogni discussione su una riforma che impatta fortemente sul mondo agricolo? Di certo si tratta di un segnale di estrema debolezza politica. Il testo del disegno di legge predisposto e imposto dal Presidente Occhiuto, proprio per la modalità con il quale è stato predisposto è zeppo di errori evidenti che si sarebbero potuti evitare. Ad esempio la legge non contiene alcun richiamo alla intesa Stato-Regioni del 18 settembre 2008  che definisce i criteri per il riordino dei consorzi di bonifica;  né fa alcun riferimento ai comprensori su territori definiti sulla base di unità idrografiche ed idrauliche omogenee sia per la difesa del suolo sia per la gestione delle acque. Così come è chiaro che l’estensione all’intero territorio regionale, non favorirebbe una vera partecipazione dei Consorziati né alla gestione del Consorzio, che diventerebbe un Ente ancor più lontano dagli agricoltori, né alla programmazione del territorio.  Anche noi – ha detto ancora Bevacqua – eravamo e siamo convinti della necessità di una riforma strutturale e organica per il settore. Lungi da noi, infatti, difendere o garantire sacche di parassitismo o cattive gestioni. Sappiamo bene la situazione in cui versano, in particolar modo, alcuni Consorzi. Abbiamo partecipato, in questi mesi, ad iniziative pubbliche, a scioperi come quello dei lavoratori dell’ente di Trebisacce e conosciamo bene i problemi legati agli stipendi, al tfr, al pagamento dei fornitori. Riteniamo, però, che per una più efficace razionalizzazione strutturale si debba seguire proprio lo schema dell’Intesa Stato-Regioni già citata del 2008. E siamo partiti da questa premessa per elaborare la nostra proposta di legge. Avevamo proposto di arrivare a fusione degli attuali comprensori in numero non superiore a 5 e su ogni comprensorio istituire un Consorzio, questo avrebbe richiesto il buon senso e la ragionevolezza per immaginare un’organizzazione territoriale diversa. L’articolazione territoriale dei Consorzi era frutto di studi e attenzione ai territori e non di improvvisazione ed approssimazione, come emerge da questa proposta di legge che, ne siamo sicuri, presto dovrà essere modificata».