Durata e soprattutto toni misuratissimi per il Consiglio metropolitano che si è svolto nell’aula “Leonida Rèpaci” di Palazzo Alvaro. Una vera e propria ripartenza, visto che si trattava della prima Assemblea subito dopo il recentissimo venir meno ufficiale dell’Amministrazione provinciale di Reggio Calabria dopo ben due secoli di vita, con relativo passaggio di consegne col nuovo Ente avvenuto a Palazzo del Governo.
Voti largamente unanimi per licenziare – in modo ecumenico e snello – cinque dei sei punti all’ordine del giorno.
A fronte della prospettazione dell’iter di riordino delle funzioni, illustrata da Demetrio Marino e poi varata la proposta d’Assemblea da inoltrare alla Regione circa le funzioni aggiuntive da inserire nel Ddl di delega al nuovo Ente, anche per differenziare la nascente Città metropolitana in misura marcata rispetto alla “vecchia” Provincia da cui eredita tanto, inclusi i confini territoriali…
Richieste in particolare agricoltura, zootecnia, energia, forestazione, usi civici, versante tecnoeconomico degli interventi per ridurre il rischio sismico, attività estrattive, formazione e Centri per l’impiego, turismo e cultura, Aterp ed Edilizia residenziale pubblica.
Fermo restando che, come opportunamente precisato dal vicesindaco metropolitano Riccardo Mauro, in ogni caso fino al 2 febbraio – malgrado anche parecchi politici abbiano a più riprese sostenuto il contrario – la Regione non avrebbe comunque potuto demandare funzioni d’alcun tipo, visto che era ancora in vita l’Amministrazione provinciale.  Sei i consiglieri delegati che coadiuveranno il sindaco metropolitano Giuseppe Falcomatà, tutti rigorosamente appartenenti alla maggioranza di centrosinistra (confermata dunque la “chiusura” a contributi della minoranza in questa direzione, sebbene in una fase assolutamente di gestazione di un Ente del tutto nuovo per la comunità del Reggino): dal vicesindaco Mauro (Personale e organizzazione, Affari generali, Avvocatura, Società partecipate, Trasparenza amministrativa, Anticorruzione, Patti per il Sud e coordinamento dei consiglieri delegati) appunto allo stesso Marino (Viabilità, Edilizia scolastica e programmazione della rete scolastica, Istruzione università e ricerca, Sport e impiantistica sportiva, Turismo spettacolo e marketing territoriale), dalla “campionessa di preferenze” Kety Belcastro (Politiche del lavoro, Politiche sociali, Politiche abitative, Attività produttive, Caccia e pesca, Pari opportunità e una per l’interessata significativissima delega ai Rapporti con la Locride) a Tonino Nocera (Ambiente ed energia, Ambiti naturali, Forestazione, Parchi e aree protette con i comuni montani, Politiche di bacino, Servizi a rete, Ato idrico e Ato rifiuti, Demanio idrico e fluviale), da Nino Castorina (Bilancio, Politiche internazionali e comunitarie, Politiche per l’immigrazione, Politiche giovanili, Rapporti con gli Enti locali e Rapporti con la Conferenza metropolitana e i territori) al sindaco di Taurianova Fabio Scionti (Trasporti, Urbanistica).
In quattro casi su sei, a sottolineare una volta ancora la reggiocentricità che secondo i detrattori caratterizzerebbe la gestione del nuovo Ente, parliamo di consiglieri comunali di Reggio Calabria. Caso alquanto anomalo l’esclusione di entrambi i consiglieri (Pierpaolo Zavettieri e Peppe Zampogna,rispettivamente sindaci di Roghudi e di Scido) di Area socialista e popolare, specie considerando che era l’unica lista alleata di Democratici insieme per Reggio metropolitana, lista che nelle elezioni di secondo grado dell’agosto scorso “sbancò” conquistando, da sola, 9 seggi su 14…Vale assai relativamente la “delega senza firma” proprio a Zavettieri (che in teoria sarebbe il settimo consigliere delegato, benché neppure una menzione sia arrivata da Falcomatà) in materia di minoranze linguistiche.
“Metabolizzati” pure i paletti riguardo alle Commissioni consiliari: tre saranno permanenti (Affari istituzionali, Bilancio, Piano strategico triennale; Formazione Piano triennale generale, fondi Ue, sistemi informatici e digitali, viabilità; Controllo e garanzia) più due speciali (Pari opportunità, Politiche giovanili: a entrambe possono partecipare componenti esterni, a differenza che per le commissioni permanenti, ma il presidente dovrà comunque essere un consigliere metropolitano). Confermati fino a fine mandato i revisori dei conti.
Circa le modifiche apportate allo Statuto dalla Conferenza dei sindaci neppure si doveva votare, trattandosi di mera “presa d’atto”.
Ma approvato, sempre all’unanimità, anche il rinvio proposto da Eduardo Lamberti-Castronuovo quanto alla definizione dei criteri circa le future nomine “metropolitane”, a scopo d’ulteriore approfondimento: il consigliere forzista, in particolare, ha osservato che mancano tra l’altro parametri preferenziali – a parità di merito – a favore degli amministratori del territorio.

Mario Meliadò- reggiotv