«Nel silenzio generale ogni giorno molti sindaci calabresi ricevono dalle rispettive ASP di appartenenza la comunicazione dell’assenza di guardia medica nel proprio territorio nelle ore o addirittura nei giorni successivi. Un servizio essenziale a garanzia della salute pubblica e che, teoricamente, permette ogni giorno e soprattutto ogni notte all’intera popolazione calabrese di avere supporto medico tempestivo anche al proprio domicilio a prescindere dalla vicinanza o meno dagli ormai rari ospedali pubblici del territorio regionale».
«Un servizio che, nei fatti, è erogato a singhiozzo poiché a rotazione quasi tutti i comuni della Calabria ricevono periodicamente la comunicazione di mancata erogazione del servizio per carenza di medici. Come se non bastasse la mancata erogazione di servizi all’interno degli ospedali spoke (quelli “periferici”) e nei servizi di medicina territoriale, come denunciato nei giorni scorsi anche dal consigliere regionale del gruppo “de Magistris Presidente” Ferdinando Laghi.
«La situazione, purtroppo cronica, è stata aggravata dal periodo Covid e da discutibili scelte o inazioni dei vari commissari straordinari e dal presidente regionale Occhiuto. Dopo aver giocato coi fondi Covid e INAIL e soprattutto col destino degli ospedali più bisognosi di interventi strutturali urgenti e dopo l’ambigua scelta di rivolgersi a Cuba per provare a sopperire alle gravi carenze del sistema ospedaliero calabrese per via delle politiche di centrodestra contro la sanità pubblica di cui Occhiuto stesso è da sempre alfiere, il presidente abbandoni la via degli spot – conclude la nota – e trovi il modo di non scippare ai calabresi, in particolar modo quelli residenti nell’entroterra, anche il diritto a dormire sonni tranquilli, senza nessuno a cui rivolgersi in caso di malori in piena notte o nei festivi».
Consigliere metropolitano Michele Conia -Unione Popolare