Si parlerà di un’Italia arancione per un certo periodo, con restrizioni anti-Covid omogenee ovunque, ipotesi avanzata dal presidente Stefano Bonaccini, ma anche di nuovi criteri alla base del sistema dei colori, oggi nella Conferenza delle Regioni dalle 17. Le proposte saranno poi portate al governo Draghi, che deve prendere decisioni a partire dallo stop agli spostamenti tra regioni che scade il 25 febbraio, e in vista di un possibile, nuovo Dpcm.

I governatori sono concordi nel chiedere misure omogenee e di superare la logica delle fasce a colori. Ieri il presidente dell’Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, ha caldeggiato l’idea di restrizioni di «qualche settimana» e «omogenee» su tutto il territorio nazionale per rallentare la corsa del virus. Non un lockdown totale, ma il modello potrebbe essere simile a quello sperimentato durante le vacanze di Natale.

D’altra parte i parametri stanno peggiorando un po’ in tutta Italia e le varianti del covid iniziano a spaventare: l’Rt è passato da 0,95 a 0,99, sfiorando la soglia psicologica di 1; e sono passate in arancione Campania, Emilia-Romagna e Molise, che sono andate a raggiungere Abruzzo, Liguria, provincia autonoma di Trento e Toscana. La provincia autonoma di Bolzano e l’Umbria, pur rientrando in fascia arancione, hanno predisposto zone rosse a livello regionale. Non sono le uniche, perché all’interno dei territori sono state realizzate varie fasce rosse proprio per fermare la corsa delle varianti: dalle province di Pescara e Chieti ad alcuni Comuni del Piemonte e della Lombardia. Dopo i confronti tra i governatori, la palla passerà al governo che dovrà decidere in primis se prorogare lo stop tra le regioni, in scadenza il 25 febbraio, al 5 marzo in modo da allinearlo con l’entrata in vigore del nuovo dpcm.

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