La Guardia di Finanza di Milano ha sottoposto ad amministrazione giudiziaria, ex art. 34 del Codice Antimafia, una banca d’affari Milanese. Il provvedimento, disposto Tribunale di Milano — Sezione Autonoma Misure di Prevenzione, costituisce il risultato di più ampie indagini delegate dalla Procura della Repubblica — D.D.A. di Milano volte all’approfondimento dei rapporti tra l’istituto finanziario e soggetti legati a consorterie di ‘ndrangheta.
In particolare è stato accertato come diverse società indirettamente gestite da soggetti contigui ad esponenti della c.o. di matrice ‘ndranghetista, hanno beneficiato negli anni di finanziamenti erogati dal citato istituto di credito con assistenza di garanzie statali previste dal Fondo Centrale di Garanzia a favore delle P.M.I. del Mediocredito Centrale (Legge 662/1996), accedendo così agli aiuti di stato a sostegno dell’economia nell’emergenza del COVID-.19 piuttosto che a seguito dell’aggressione della Russia contro l’Ucraina.
Gli approfondimenti condotti dai militari del Nucleo P.E.F. — G.I.C.Q. di Milano, coordinati da questa Direzione Distrettuale Antimafia, hanno evidenziato diverse criticità sull’operatività dell’istituto di credito, con riguardo ai pericoli di permeabilità dello stesso in relazione ai rapporti con soggetti indagati per gravi delitti o destinatari di misure di prevenzione personali/patrimoniali.
La disamina dei fascicoli bancari ha consentito di appurare come l’intermediario, spesso eludendo i principi della normativa antiriciclaggio, ha erogato finanziamenti assistiti da garanzia statale in favore di società pienamente inserite all’interno di dinamiche criminali, in quanto oggetto della contestazione del delitto di trasferimento fraudolento di valori, in alcuni casi commessi con l’aggravante del metodo mafioso, consistito nell’agevolazione della “locale” di ‘ndrangheta di Legnano/Lonate Pozzolo (VA).
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