Gli agenti Squadra Mobile di Vibo, sotto il coordinamento della locale Procura, sono riusciti a dare un nome e un volto ai quattro avventori che lo scorso 29 maggio, con pistola in pugno, hanno creato terrore al ristorante “Mary Grace” di Vena di Ionadi proferendo gravi minacce ai danni dei gestori del locale.

Nei guai sono finiti Michele Ripepi, 19 anni, già gravato da precedenti di polizia per reati contro il patrimonio e contro la persona; Michele Carnovale, 19 anni, Salvatore Battaglia, 21 anni, Michele D’Angelo, 19 anni, tutti di Vibo, gli ultimi tre incensurati.

LE INDAGINI

Le indagini svolte nell’immediatezza, sviluppate attraverso l’analisi delle immagini dei sistemi di video sorveglianza e i racconti forniti dalle persone in grado di riferire ogni circostanza utile, hanno permesso di cristallizzare tempestivamente la dinamica dell’accaduto, giungendo all’individuazione dei responsabili e risalendo al tipo di autovettura utilizzata dagli stessi.

I FATTI

Quella sera – secondo quanto appurato dagli inquirenti – i quattro giovanini, dopo essersi recati al ristorante ed aver consumato regolarmente la cena, avrebbero avuto un alterco, scaturito per futili motivi, con i due titolari, pretendendo di pagare una somma diversa da quella dovuta e proferendo frasi dal tenore fortemente dispregiativo, quali “dagli 50 euro che gli bastano!” e “pigliateli di salute!”.

La discussione sarebbe poi proseguita con i quattro che, non contenti e perseverando in un atteggiamento prepotente, con tono minaccioso avrebbero esclamato “ci vediamo domani mattina…anzi tra cinque minuti!”. Ritornati dopo circa un quarto d’ora, avrebbero fatto nuovamente ingresso nel locale al fine di rivendicare le loro ragioni su quanto accaduto poco prima. Durante la discussione, tuttavia, gli animi si sono surriscaldati al punto che due di essi avrebbero improvvisamente estratto due armi, solo successivamente rivelatesi “a salve” con tappo rosso non visibile, esclamando le parole “Ripepi sparalo!”. Nella concitazione del momento, generata dal fondato timore per la propria incolumità, uno dei proprietari del ristorante ha contattato dal proprio cellulare il numero di emergenza 113, gesto che ha indotto i componenti del gruppo ad allontanarsi in tutta fretta, a bordo della propria autovettura, facendo perdere le proprie tracce.

Grazie ai successivi accertamenti ed approfondimenti, il personale della Squadra Mobile ha acquisito ulteriori e fondamentali elementi che hanno corroborato l’ipotesi investigativa, anche avvalendosi della collaborazione delle persone offese che hanno puntualmente riconosciuto gli autori delle minacce.

Le successive perquisizioni locali e domiciliari effettuate nei confronti degli indagati hanno, infine, consentito di rinvenire e sequestrare, occultate all’interno dell’abitazione di uno di essi, le armi utilizzate per compiere l’atto intimidatorio.

Al termine delle indagini, i responsabili sono stati deferiti all’autorità giudiziaria per il reato di minacce aggravate dall’uso delle armi.

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