Due amare vicende. Un’unica matrice: il silenzio omertoso ed imbarazzante che caratterizza le istituzioni quando qualcosa di veramente marcio ne corrode il tessuto connettivo dall’interno, giustificando il disgusto e la disaffezione dei cittadini nei confronti della cosa pubblica.

Da una parte il reuccio dei cimiteri, l’ineffabile dirigente comunale Carmelo Manglaviti che da molti anni gestisce questo settore di Palazzo San Giorgio, finito agli arresti domiciliari in quanto dominusstrategico per favorire il monopolio della ‘ndrangheta (cosche Rosmini e Zindato) nei lavori all’interno del cimitero del rione Modena di Reggio Calabria. Dalle tumulazioni alle estumulazioni delle salme. Dalle edificazioni alle ristrutturazioni delle cappelle funerarie.

Dall’altra, l’approvazione all’unanimità, da parte dei consiglieri regionali calabresi, di una legge che consente loro di prendere il vitalizio anche nel caso questa elezione venisse annullata oppure il mandato finisse anticipatamente per qualsivoglia motivo (in entrambe le opzioni magari per l’intervento della magistratura a seguito di accertamento di voto di scambio). Il tutto espletato in modo subdolo ed in piena situazione emergenziale. Come se questa fosse la priorità del popolo calabrese, vessato da anni di mala politica ed in ginocchio dal punto di vista sociale ed economico a causa della pandemia. Ma bisognava cercare di rimpinguare il proprio portafoglio. In qualunque modo ed a tutti i costi.

Non abbiamo intenzione di entrare nel merito dei due aberranti fatti. Né di dettagliare ulteriormente l’accaduto. Per quello basta leggere le centinaia di note ed articoli presenti su tutti i social.

Vogliamo invece porre l’accento sulla vergognosa inerzia dei massimi, rispettivi, rappresentanti territoriali: il sindaco Falcomatà di Reggio Calabria ed il Presidente della Calabria Jole Santelli.

Sì, proprio i galletti che da qualche tempo fingono di combattersi su qualsivoglia questione (ultima la vicenda rifiuti) appalesando chissà quali differenze etico-comportamentali del rispettivo modo di rappresentare le istanze di chi li ha eletti.

Ed invece, appena l’imbarazzo li colpisce all’interno delle organizzazioni di cui sono i massimi responsabili, ecco che il modus operandi si omogenizza, uniformandosi in un assordante e deflagrante silenzio.

Fare quello che è giusto, non quello che conviene. Con onestà intellettuale e rettitudine. Questo avrebbero dovuto fare. Subito. Ma stiamo ovviamente parlando di altri uomini ed altre donne. Di cui si sente disperatamente il bisogno.

Gli attivisti di:

Meetup Reggio 5 Stelle

Meetup Magna Grecia 5 Stelle

Meetup Palmi