Comunicato stampa

 

Oggi si è verificata l’ennesima aggressione al personale ospedaliero, stavolta al Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria, da parte di un soggetto che, prenotato per una visita specialistica alle ore 11.45 in Chirurgia Vascolare, alle 9.20 ha aggredito infermieri e medici. Non mi esprimo sui “motivi” in quanto a nessuno è concesso di aggredire per alcun motivo, né futile né serio, altre persone. Chiunque pone in essere tali comportamenti è al di fuori della società civile e non esistono giustificazioni di alcun tipo.

L’aggressione è terminata con l’intervento dei Carabinieri, che intendiamo ringraziare per la tempestività e l’efficacia dell’azione, anch’essi aggrediti dal soggetto.

Evito il solito comunicato solidale, lacrimevole, sdegnato e velleitario che, ormai, tutti abbiamo nel cassetto in pre-stampato e pronto per l’uso. Mi sembrerebbe un’ulteriore offesa a tutti coloro che sono stati aggrediti e a quanti lo saranno ancora. Evidenzio che le ripetute aggressioni fanno venir meno la serenità lavorativa e, con essa, l’espressione della migliore capacità professionale. Inoltre, senza voler drammatizzare, sono purtroppo convinto che esista un serio rischio che, prima o poi, ci scappi il morto.

Non intendo accodarmi al rito di quanti ripeteranno le solite cose senza che nulla cambi né, soprattutto, al solito auspicio per una maggiore tutela degli operatori sanitari in quanto occorrerebbe una militarizzazione degli ospedali, non solo Calabresi, cosa francamente impossibile.

Mi rivolgo ai Rappresentanti istituzionali di ogni Parte politica affinché lavorino celermente ad una decretazione legislativa d’urgenza che, ancorché di scarso impatto sul versante della prevenzione, possa consentire ampia efficacia per irrogare pene certe, immediate e severe – essendo gli aggressori sempre identificati – che costituiscono il migliore metodo preventivo possibile.

Faccio appello all’Ordine professionale dei Medici, degli Infermieri, dei Tecnici e di tutte le figure che prestano servizio in Ospedale affinché si uniscano, anche attraverso le rappresentanze nazionali, a questa richiesta che ormai non può più essere ignorata se riteniamo di vivere in una società civile. Altrimenti domani… ci ritroveremo punto e daccapo.

 

Il Commissario straordinario
Dr. Gianluigi  Scaffidi